Libro d’Oro della Nobiltà Medicea di Firenze (M-P)

Casati Nobili di Firenze viventi o estinti dal 1750 ai tempi attuali

( A – C ) ( D – L ) ( M – P ) ( R – Z )

Questa edizione aggiornata dello storico Libro d’Oro della Nobiltà Toscana Medicea del 1750 contiene la descrizione delle “Provanze di Nobiltà” depositate nell’ archivio segreto della Casa Granducale Medicea di Toscana e nell’Archivio di Stato di Firenze, fondo Nobiltà e Cittadinanza.

La descrizione delle “provanze” dell’archivio di Stato di Firenze è interamente tratta dal volume di Marcella Aglietti, Le tre nobiltà. La legislazione nobiliare del Granducato di Toscana (1750) tra Magistrature civiche, Ordine di Santo Stefano e Diplomi del Principe, Pisa, ETS, 2000.

I titoli nobiliari concessi ai Casati Nobili Toscani fra il 1737 ed il 1589 dalla Casa di Asburgo Lorena sono riconosciuti de jure dalla attuale Casa Granducale Medicea di Toscana.

DEL MAESTRO – (24 gennaio 1752). Conte Benedetto. Si domanda la classe della nobiltà in virtù di un attestato di Cosimo III nel quale si nominava il comparente col titolo di conte678 [XX, 1].

678 Il comparente, essendo ormai molto anziano e senza speranza di lasciare successione, presenta all’esame della deputazione soltanto questo diploma granducale e la dichiarazione di discendere da una famiglia annoverata tra le«grandi e magnate» fiorentine.

MAGNARIN-(in corso di inserimento). N.H.Don Eugenio. Famiglia Veneziana residente a Roma. Nobile di Firenze. Lettera patente di S.A.R. il Granduca Ottaviano de’Medici di Toscana per la concessione provvisoria* del titolo di Nobile di Firenze e per il godimento temporaneo in territorio di pretensione granducale, ex art. 21 L. 31/7/1750, dei privilegi connessi al suo rango di Nobile di Stato Estero, insignito di titolo straniero non riconosciuto da S.A.R. il Granduca di Toscana (28 Luglio 2020)

* il titolo di Nobile di Firenze concesso provvisoriamente lettera patente granducale firmata dalla Cancelleria della Corona, è confermato da S.A.R. il Granduca in occasione della cerimonia di investitura nobiliare e di professione di fede civile, durante la quale viene consegnato il decreto definitivo di concessione del Titolo di Nobile di Firenze. La mancata partecipazione per due volte consecutive alla cerimonia di investitura comporta la decadenza del titolo provvisorio.

MANNUCCI – (16 dicembre 1805). Giovanni Tommaso, segretario intimo di gabinetto. Il comparente chiede il riconoscimento per giustizia della propria nobiltà familiare per aver avuto otto priori ai tempi della Repubblica fiorentina, tra il 1379 e il 1457. Ottenne invece un diploma sovrano «di reintegrazione», per non aver provato sufficientemente la diretta discendenza dagli antenati riseduti [LXXIV, 9].

MARCHI – (14 aprile 1755). Francesco. Le motivazioni per le quali la deputazione ritiene di accogliere la domanda di ascrizione di questo casato furono: l’essere stata riconosciuta nel numero dei «magnati», il ricordare un ramo collaterale del comparente con residenze per la Maggiore, l’esercizio delle cariche di ambasciatore e di castellano di primo grado (riconosciute come equiparabili alla capacità di risiedere nelle maggiori magistrature cittadine)679 [XX, 2]

679 Tra la documentazione che la famiglia allega, si ricordano: fede di conferimento a un ascendente del comparente di una ambasceria a Venezia per incarico della Repubblica fiorentina nel 1360, con l’avvertenza che tali ambasciatori si estraevano dalle borse degli abili e risiedere al Magistrato dei priori; attestato di esser stata una famiglia delle «grandi e magnate» fiorentine; fede di assegnazione della castellania di Bibbiena.

MARCHIONNI – (24 gennaio 1752). Cavaliere Paolo. Già ammesso all’Ordine stefaniano per fondazione di commenda [XX, 3].

MARI – (1 ottobre 1802). Capitano Lorenzo e la moglie Maria Alessandra Cini, di Montevarchi. Diploma di nobiltà familiare di Lodovico I, in data 8 luglio 1802, per meriti personali680 [LXXI, 9].

680 Il diploma era già stato concesso con sovrano dispaccio da Ferdinando III l’undici ottobre 1800, ma la sua esecuzione era rimasta sospesa per le difficoltà dei successivi anni di guerra. Appare interessante il parere che il senatore del Benino presentò alla deputazione per perorare l’aggregazione dei Mari:«Non è nuovo che i servizi resi allo Stato in occasione di guerra o nell’esercizio degli impieghi siano stati premiati dai sovrani della Toscana col distintivo della nobiltà della famiglia […]. È notoria la valorosa condotta della supplicante, l’impegno da essa stato assunto per cacciare dalla Toscana il nemico, l’esito fortunato dell’impresa ed è notorio pure lo zelo e l’intrepidezza del servizio prestato dal nominato tenente Mari alla testa dell’insurgenti, tanto nel granducato che alle frontiere dello Stato pontificio limitrofo alla Toscana, e che presta ancora di presente […]».

MARIANO – (in corso di inserimento). N.H. Don Francesco Maria, Nobile di Firenze. Lettera patente di S.A.R. il Granduca Ottaviano de’Medici di Toscana per la concessione provvisoria* del titolo di Nobile di Firenze e per il godimento temporaneo in territorio di pretensione granducale, ex art. 21 L. 31/7/1750, dei privilegi connessi al suo rango di Nobile di Stato Estero, insignito di titolo straniero non riconosciuto da S.A.R. il Granduca di Toscana (19 Aprile 2021)

* il titolo di Nobile di Firenze è stato concesso provvisoriamente con lettera patente granducale firmata dalla Cancelleria della Corona e sarà confermato da S.A.R. il Granduca in occasione della cerimonia di investitura nobiliare e di professione di fede civile, durante la quale verrà consegnato il decreto definitivo di concessione del Titolo di Nobile di Firenze. La mancata partecipazione per due volte consecutive alla cerimonia di investitura comporta la decadenza del titolo provvisorio.

MARMI – (23 marzo 1768). Giuseppe Ermenegildo. Supplica grazia di un diploma di nobiltà, concessagli dal granduca Pietro Leopoldo nel 1767681 [XX, 4].

681 Il comparente aveva richiesto fin dal 1763 un diploma sovrano per essere descritto alla nobiltà fiorentina, «grado nel quale sin ora è stato in possesso come l’attestano i documenti presentati alla deputazione, ma non riputati sufficienti per giustizia» conformemente a quanto stabilito dalla legge del 1750. Il comparente era lettore di matematica presso lo Studio fiorentino e nell’Istituto dei Nobili. La famiglia, conformemente alle informazioni raccolte dai deputati, risultava originaria del castello di Montalto, del quale per qualche tempo aveva detenuto la signoria, ed in possesso della cittadinanza fiorentina da oltre quattro secoli. Si erano sostenuti numerosi incarichi militari e di toga, benemerenze «di lungo e non interrotto nobile servizio colla casa Medici» (un avo era stato gentiluomo di corte), oltre ad essersi sempre imparentati nobilmente e poter contare alcuni collaterali insigniti dell’abito stefaniano

MARTIN – (27 dicembre 1751). Domenico e figli. Famiglia originaria di Commercy, in Lorena, ma domiciliata a Firenze. Diploma di nobiltà conferito loro da Francesco Stefano il 7 dicembre 1740682 [XX, 5].

682 Il comparente chiede l’ascrizione per sé e la moglie Margherita Colson di Luneville e i loro figli. Produce una copia autentica del diploma, datato 7 dicembre 1740, dove Francesco Stefano dava ufficiale riconoscimento per i servizi prestati da molti anni dai Martin alla corte lorenese (erano stati a servizio dal principe di Vaudemont e del duca Leopoldo di Lorena in qualità, tra l’altro, di controleur chargé du Detail general, di maestro di Camera, di segretario delle Finanze, di cassiere della Segreteria generale), ammettendo il comparente insieme ai propri discendenti non solo nel numero dei nobili, ma anche al godimento di tutti gli onori, prerogative e diritti conseguibili da tutti coloro che fossero di famiglia nobile. Sia il padre che l’avo di Domenico potevano annoverare la loro residenza nelle prime magistrature del principato di Commercy.

MARZICHI – (1 ottobre 1753). Cavaliere Giulio. Già ammesso nell’Ordine di S. Stefano come successore in commenda di padronato683 [XX, 6].

683 In una sentenza del 1654 si attestava come questo casato avesse preso il proprio nome a partire dallo zio paterno del comparente, Tommaso – ma soprannominato Marzico – Lenzi, numerosa consorteria che aveva in seguito ereditato beni, casato e nome dai Tedaldi. La discendenza dai Lenzi veniva confermata anche da una seconda sentenza espressa dal Magistrato Supremo del 1656. Curiosamente il comparente non chiedeva espressamente la classe della nobiltà, quanto piuttosto «quella classe che parrà alla deputazione».

MASETTI – (24 dicembre 1752). Cavaliere Giulio e fratelli. Già ammesso nell’Ordine di S. Stefano684 [XX, 7].

684 Discendenti dai conti Masetti di Modena. L’abito di S. Stefano era stato vestito in qualità di fondatori di commenda, ma da una relazione del 26 settembre 1743 del senatore e presidente dell’Ordine Pier Francesco de’ Ricci risultava come i figli degli attuali cavalieri, i fratelli Giulio e Pier Filippo Masetti, fossero stati dichiarati – grazie all’intercessione dello stesso Ricci – capaci di vestire per giustizia.

DEL MAZZA – Carlo e Francesco, chiedono e ottengono di essere ammessi alla classe della nobiltà, con diploma di grazia del 28 dicembre 1755, poi confermato con rescritto controfirmato da Richecourt e Pandolfini del 20 maggio 1756 che da esecuzione a quanto richiesto. Famiglia originaria del castello dell’Ancisa685 [X, 9].

685 Nel diploma granducale ove si conferisce loro la nobiltà si dicono fiorentini, distinti nell’esercizio dell’Arte della lana e celebri nella medicina (Piero del Mazza, come rappresentante della sua nobile famiglia, fu ammesso e descritto nell’Arte maggiore dei medici e speziali nel 1382 e, in seguito, al priorato per la Maggiore nel 1384). Carta pubblica attestante l’ammissione del gioco del calcio dal 1721.

MERANTE CRITELLI – (in corso di inserimento). Cavaliere di Santo Stefano (profitente) Luigi Vincenzo. Lettera patente Granducale di concessione del Titolo di Cavaliere di Santo Stefano (profitente) concesso da S.A.R. il Granduca Ottaviano de’Medici di Toscana ( Città del Vaticano 5 Giugno 2019)

MERCATI già NERONI – (19 aprile 1751). Cavaliere Diotisalvi. Già ammessi nell’Ordine stefaniano686 [XX, 17]. 686 Il nome Neroni appare congiunto con quello dei Mercati e loro arme, in quanto nominati successori nella commenda stefaniana del 1716 di questi ultimi

DE MEURERS – (22 settembre 1766). Auditore Damiano Ermanno, luogotenente delle truppe granducali, domiciliato da molti anni a Firenze. Si domanda di dare esecuzione del diploma granducale di conferma e aggregazione alla nobiltà ottenuto da Francesco Stefano nel dicembre 1759687 [XX, 8].

687 Si chiede la descrizione alla classe nobiliare fiorentina anche della famiglia della moglie, i Brillié, per favorire l’auspicato prossimo matrimonio della figlia

MIGLIORUCCI – (17 gennaio 1752). Cavaliere Andrea. Già ammesso nell’Ordine stefaniano [XX, 9].

MILAZZO SAVOCA – (in corso di iscrizione). Sua Eccellenza Conte Milazzo Savoca, Visconte (maschio primogenito- di cortesia) ; Nobile di Firenze. Famiglia Siciliana; Delegato Granducale Sicilia Citeriore. Decreto di concessione del titolo di Conte e della Nobiltà fiorentina di S.A.R. Ottaviano de’Medici di Toscana, Granduca di Toscana Titolare.(15 Dicembre 2015)

MINI – (19 aprile 1752). Cavaliere Lorenzo. Già ammesso nell’Ordine stefaniano per commenda [XX, 10].

MINIATI – (26 marzo 1753). Giulio e fratelli. Si ammettono in virtù di sentenza del Magistrato Supremo del 1597, confermata poi nel 1659, dove si riconosceva questa famiglia quale parte della nobile consorteria dei Miniati688 [XX, 11].

688 Il comparente, non potendo registrarsi alla classe del patriziato mancando della prova della continuità della nobiltà dei matrimoni e per aver avuto solo residenze nelle magistrature minori, supplica l’ascrizione alla classe nobile. Si allega inoltre prova delle proprie sostanze.

MOLEA – (in corso di inserimento) N.H. Don Nicola Nobile di Firenze, Consigliere Nazionale dell’Antico Consiglio Mediceo dei Duecento Diploma Granducale di concessione del Titolo di Nobile di Firenze concesso da S.A.R. il Granduca Ottaviano de’Medici di Toscana ( 25 Maggio 2021). Famiglia Pisana.

MONDA – (in corso di inserimento) Sua Eccellenza Conte Davide Monda, ; Conte di Santa Maria Assunta in Molfetta, Nobile di Firenze. Cavaliere Milite professo di Santo Stefano, Famiglia Bolognese; Accademico mediceo. Decreto di concessione del titolo di Conte di S.M. in Molfetta e della Nobiltà fiorentina di S.A.R. Ottaviano de’Medici di Toscana, Granduca di Toscana Titolare. (29 marzo 2021)

MONETA – (4 marzo 1765). Auditore Benedetto e figli. Aveva ottenuto diploma granducale di grazia l’otto agosto 1764, concedente l’ascrizione alla nobiltà fiorentina per meriti di servizio689 [XX, 12].

689 Famiglia originaria di Milano, ove godeva delle prerogative della nobiltà. Benedetto era auditore della Rota e consigliere di giustizia, uditore e giudice del tribunale della Mercanzia di Firenze e professore di legge presso lo Studio pisano; mentre il fratello Gian Piero – anch’egli nominato nel diploma sovrano – era auditore nella Camera granducale fiorentina. Famiglia milanese, si era stabilita in Toscana dall’inizio del secolo XVII ed ammessa ai primo onori della città di Empoli. Diploma di Francesco III, duca di Modena, con cui gli si conferiva il titolo di conte.

MORALI FRANCHINI – (10 luglio 1788). Niccolao e Filippo, già ammesso alla nobiltà della sua città di origine, San Miniato, dal 1763 [LII, 12]. Godimento della cittadinanza fiorentina [LXIII, 10].

MORESI – (22 settembre 1766). Cammillo e Francesco. Già ammessi nell’Ordine stefaniano come successori in commenda di padronato [XX, 13].

MORMORAI – (20 aprile 1761). Auditore Antonio e fratelli, figli di Pier Francesco. Ottenuto diploma di grazia imperiale di ammissione alla nobiltà il 16 aprile 1760, supplicano il Consiglio di Reggenza per la loro descrizione alla corrispondente classe fiorentina. Nel fascicolo è anche inserito un documento attestante l’ammissione nell’Ordine stefaniano del 1762 [XX, 14].

MOSCHI DEL NENTE – (14 luglio 1780). Il comparente, Antonio, aveva già presentato la sua domanda di ascrizione al patriziato di Pisa e poi alla nobiltà fiorentina per giustizia nel 1750690. La deputazione si era dimostrata piuttosto perplessa a riconoscerne l’idoneità, e il casato venne ammesso alla classe nobile solo grazie al diploma di nobiltà concesso da Pietro Leopoldo nel gennaio del 1780 [XX, 16].

690 I documenti che si erano allegati all’iniziale domanda di nobiltà per giustizia, erano stati: l’ammissione di questo casato all’Ordine stefaniano nel 1603 come casato dell’ava paterna del cavaliere per giustizia Niccolò Sacchetti e uno strumento pubblico con cui la famiglia del Nente e la nobile famiglia Moschi di Pisa si riconoscevano reciprocamente come discendenti da un comune stipite. La deputazione aveva accampato dubbi legittimi per entrambi le prove, anzitutto perché relativamente all’ava paterna del cavaliere stefaniano si doveva risalire indietro di oltre cinque o sei gradi di parentela, poi perché la sentenza del 1616 che pretendeva dimostrare la comune parentela con i Moschi non era conforme all’articolo quinto delle Istruzioni allegate alla legge del 1750 (che considerava valide solo le sentenze date in contraddittorio). La questione era stata rimandata a successivi esami ed approfondimenti, ma in seguito, dal momento che nella promessa degli sponsali contratti dalla figlia del comparente con il cavaliere Luigi Ulivi c’era la condizione che la famiglia della donna fosse riconosciuta come nobile, Antonio nel 1779 si era deciso ad implorare la grazia al granduca per accelerare la positiva conclusione della pratica. Le motivazioni espresse nel diploma di Pietro Leopoldo facevano riferimento al possesso di un cospicuo patrimonio, oltre che ai parentadi nobili.

MUZZI RUFIGNANI – (6 aprile 1767). Niccolò d’Ottavio, Francesco e Giuseppe di Alessandro. Famiglia di Poggibonsi. Ottennero grazia da Pietro Leopoldo di un diploma di nobiltà fiorentina nel 1767691 [XX, 15].

691 Un ascendente dei comparenti appare descritto in qualità di ghibellino. La famiglia dimostrava l’esercizio dei primi onori di Poggibonsi da oltre quattro secoli, il possesso della cittadinanza fiorentina da più di un secolo ed i matrimoni con donne delle più nobili famiglie di Pisa, Firenze e Lucca. Il cognome Rufignani era stato assunto per esecuzione della volontà testamentaria di Lorenzo Rufignani, ma non si è reperita la ragione e la data del conferimento.

NASO NACCARI CARLIZZI – (In corso di Inserimento). N.H. Don Roberto Maria. Nobile di Firenze, Nobile di Jonadi. Lettera patente di S.A.R. il Granduca Ottaviano de’Medici di Toscana per la concessione provvisoria* del titolo di Nobile di Firenze e Nobile di Jonadi (9 Marzo 2021)

* il titolo di Nobile di Firenze e Nobile di Jonadi sono stati concessi provvisoriamente con lettera patente granducale firmata dalla Cancelleria della Corona, e saranno confermati da S.A.R. il Granduca in occasione della cerimonia di investitura nobiliare e di professione di fede civile, durante la quale verrà consegnato il decreto definitivo di concessione del Titolo di Nobile di Firenze. La mancata partecipazione per due volte consecutive alla cerimonia di investitura comporta la decadenza del titolo provvisorio.

PANZANINI – (29 marzo 1751). Cavaliere Lorenzo e figli. Già ammessi nell’Ordine stefaniano per fondazione di commenda [XX, 18].

PAOLINI – (15 febbraio 1751). Cavaliere Ottavio. Già ammesso nell’Ordine di S. Stefano come fondatore di commenda [XX, 19].

PAPI – (25 gennaio 1751). Cavaliere Marco e figli. Il comparente è cavaliere nell’Ordine stefaniano come investito di una commenda di suo padronato [XX, 20].

PAUR D’ANKERFELD – (19 febbraio 1791). Giuseppe, primo commissario di guerra in Toscana, e figli. Già nobili del Sacro Romano Impero per diploma imperiale di Leopoldo II (2 novembre 1790), gli si riconosce la validità del titolo per l’ascrizione nei libri d’oro di Firenze, dove risiedevano da molti anni [LXVI, 12].

PAVINI – (22 settembre 1766). Giovanni Battista. Si supplica sia registrata e resa effettiva la patente granducale di nobiltà fiorentina ottenuta il 21 dicembre 1762 da Francesco Stefano [XX, 21].

PELLEGRINI – (11 luglio 1763). Avvocato Quintilio. Già graziati del diploma di ascrizione alla nobiltà fiorentina il 5 aprile 1763, ne supplicano la registrazione [XX, 22].

PELLICHERO. (in corso di inserimento). N,H. Don Marco. Nobile di Firenze. Lettera patente di S.A.R. il Granduca Ottaviano de’Medici di Toscana per la concessione provvisoria* del titolo di Nobile di Firenze e Nobile di Jonadi (9 Marzo 2021)

* il titolo di Nobile di Firenze è stati concesso provvisoriamente con lettera patente granducale firmata dalla Cancelleria della Corona, e sarà confermato da S.A.R. il Granduca in occasione della cerimonia di investitura nobiliare e di professione di fede civile, durante la quale verrà consegnato il decreto definitivo di concessione del Titolo di Nobile di Firenze. La mancata partecipazione per due volte consecutive alla cerimonia di investitura comporta la decadenza del titolo provvisorio.

PIERUCCI – (20 marzo 1752). Conte e barone Giovanni Michele e figli. Il feudo e il conferimento dello status di conte sono i titoli riconosciuti validi dalla deputazione per la descrizione nel libro d’oro692 [XX, 23].

692 Si allegano alcune fedi di nascita estratte dalla pieve di San Lorenzo del Colle nel Pesciatino in base alle quali si suppose che questa famiglia derivasse dalla Bondicchi di Lucca. Diploma di nobiltà dell’imperatore Ferdinando III del 1562. Diploma dell’imperatore Carlo VI del 1716 dove il comparente è dichiarato conte e barone del Sacro Romano Impero. Diplomi imperiali conferiti da Ferdinando III nel 1652 e da Carlo VI nel 1716 a giustificazione dei titoli esibiti. Grazia della cittadinanza.

DE POIROT – (7 giugno 1751). Giuseppe Stefano, lorenese. Diploma di conferimento del feudo di Belmont in Lorena. Ammessi alla classe nobile fiorentina in virtù dell’articolo XXI della legge del 1750693 [XX, 24].

693 Si allega : diploma dell’imperatore Carlo VI del 3 novembre 1731 dove il comparente (segretario di legazione del duca Leopoldo di Lorena presso la corte viennese) viene decorato nobile in tutti gli Stati imperiali per meriti di servizio; patente del tre dicembre 1732 di Francesco Stefano, conferita a Luneville, con la quale si conferma il precedente diploma imperiale e si ordina si riconosca nobile anche in tutti gli Stati di Lorena; patente, sempre conferita a Luneville, del 13 giugno 1736, firmata dalla duchessa reggente Elisabetta Carlotta, dalla quale appare come i comparente abbia prestato giuramento di fedeltà e omaggio al neo imperatore Francesco Stefano a motivo del godimento del proprio feudo di Belmont, situato in Lorena. Si chiedeva anche la descrizione del casato della moglie, Carlotta Baur.

POIROT DE LA BLANDINIERE – (9 ottobre 1762). Domenico Carlo. Famiglia lorenese. Già decorato di un diploma del granduca Francesco Stefano conferente il titolo di barone nel 1762, con esplicita disposizione che così fosse riconosciuto nel granducato di Toscana694 [XX, 25].

DELLE POZZE – (11 luglio 1763). Piero e Antonio. Famiglia originaria del Mugello. Già in possesso di un diploma di grazia di essere ascritti nella classe della nobiltà fiorentina dal 5 aprile 1763, supplicano che per porlo ad effetto si dispongano le pratiche necessarie695 [XX, 26].

695 Possesso della cittadinanza fiorentina. Alcuni cugini del supplicante, appartenente della stessa famiglia delle Pozze, avevano vestito l’abito stefaniano

PROSPERI – (in corso di inserimento). N.H.Don Valère Igor Lelian, Nobile di Firenze. Lettera patente di S.A.R. il Granduca Ottaviano de’Medici di Toscana per la concessione provvisoria* del titolo di Nobile di Firenze e per il godimento temporaneo in territorio di pretensione granducale, ex art. 21 L. 31/7/1750, dei privilegi connessi al suo rango di Nobile di Stato Estero, insignito di titolo straniero non riconosciuto da S.A.R. il Granduca di Toscana (20 Novembre 2020)

* il titolo di Nobile di Firenze è stato concesso provvisoriamente lettera patente granducale firmata dalla Cancelleria della Corona e sarà confermato da S.A.R. il Granduca in occasione della cerimonia di investitura nobiliare e di professione di fede civile, durante la quale verrà consegnato il decreto definitivo di concessione del Titolo di Nobile di Firenze. La mancata partecipazione per due volte consecutive alla cerimonia di investitura comporta la decadenza del titolo provvisorio.