IL GRAN MAGISTERO MEDICEO DELL’ORDINE DI SANTO STEFANO PAPA E MARTIRE

CENNO STORICO

L’Ordine di Santo Stefano P.M è un ente  Dinastico territoriale di diritto pontifico, fondato dal Granduca Cosimo primo de’Medici approvato nel 1561 con Bolla Pontificia “His Qua” del Papa Pio IV. È un Ordine cosiddetto “di Corona”, il cui Gran Magistero  spetta al  Granduca di Toscana pro-tempore esistente anche non regnante,  purché la Dinastia non abbia subito la cosiddetta “debellatio” per abdicazione o  acquiescenza. Dal 1737  al 1859 il governo della Toscana fu tolto arbitrariamente ai Medici dall’Imperatore Carlo VI e da lui assegnato alla Casa di Asburgo Lorena mediante un nuovo titolo Granducale di concessione Imperiale, che però non poté abrogare il titolo Granducale di concessione pontifica concesso ai Medici dal Papà Pio V, ancora valido e spettante a Sua Altezza Serenissima il Granduca Ottaviano de’Medici di Toscana di Ottajano.

Dopo il 1737 dunque, il Gran Magistero dell’Ordine divenne di spettanza, oltre che della Casa Medici in virtù della bolla Pontificia ancora valida, anche della Casa Granducale di Asburgo Lorena Toscana in virtù della Bolla Imperiale, grazie alla quale  i Lorena di Toscana sedettero sul trono Granducale di Toscana fino al 1870, data della loro abdicazione in favore dell’Imperatore Francesco Giuseppe.

A parte durante la breve parentesi napoleonica in cui la Toscana divenne Regno di Etruria,  i Lorena mantennero quindi il proprio Gran Magistero dell’Ordine solo fino al momento della propria definitiva abdicazione dal Trono di Toscana avvenuta nel 1870.  Dal quel momento il titolo Granducale il Gran Magistero dell’Ordine di Santo Stefano P.M. fu di spettanza, oltre che della Casa Granducale Medicea in qualità di pretendente diritto pontificio al trono di Toscana, anche  dell’Imperatore  d’Austria quale pretendente di diritto Imperiale al Trono di Toscana,  visto che nel 1859 la Toscana era stata annessa alla Corona di Vittorio Emanuele II, che divenne poi Re di Italia nel 1861.

L’11 novembre 1918, pochi giorni dopo la cessazione delle ostilità, l’Imperatore d’Austria  Carlo I di Asburgo (il padre di Otto) rinunciò  formalmente al titolo imperiale e la giovane Repubblica austriaca, ritenendo possibile una convivenza, gli mise a disposizione il castello di Eckartsau. Ma già pochi mesi dopo l’ex imperatore scelse la via dell’esilio in Svizzera. All’ultima stazione in territorio austriaco, Feldkirch, scese per pochi minuti dal treno, il tempo per rimangiarsi la promessa appena fatta alla nuova Repubblica. Come conseguenza, il Parlamento varò immediatamente le cosiddette Habsburgergesetze, cioè le norme di legge, tuttora in gran parte valide, che per lungo tempo hanno peraltro vietato agli Asburgo Lorena di entrare in Austria se non dopo aver rinunciato formalmente a tutti i propri titoli dinastici, oltre che naturalmente anche al trono imperiale.

L’ultimo Imperatore  Otto di Asburgo Lorena rinunciò alle proprie pretese ed ai propri titoli nel 1961 e così fecero nel corso del XX secolo anche tutti gli altri membri di Casa Asburgo Lorena, compresi i membri del casato Asburgo Lorena Toscana.

Dopo la rinuncia dell’ultimo pretendente al trono Imperiale quindi, in base alla dottrina giuridica consolidata in materia di prerogative dinastiche gli Asburgo Lorena oggi non possono più vantare alcuna pretesa o prerogativa legata ai titoli legati alla Casa Imperiale, compreso  il titolo di Granduca di Toscana. Essi pertanto non possono più vantare in alcun modo nemmeno il titolo di Gran Maestro dell’Ordine di Santo Stefano P.M. poiché esso è di sola spettanza del Granduca di Toscana di Diritto Pontificio  ovvero del titolare di un una bolla di concessione Granducale valida e che non abbia abdicato o rinunciato ad esso in altro modo.

Ad oggi  quindi, in base alla dottrina giuridica consolidata in materia di prerogative dinastiche, l’unico   legittimo Gran Maestro dell’Ordine di Santo Stefano P.M. è pertanto  Sua Altezza Serenissima il Granduca Ottaviano de’Medici di Toscana, Granduca di Toscana Titolare in virtù della bolla di concessione Granducale data ai Medici  dal Papa Pio V nel 1569 e mai revocata.

L’attuale Associazione pubblica di Fedeli costituita dalla Casa di Asburgo Lorena

La Casa di Asburgo Lorena ha fondato in un recente passato un’ associazione pubblica di fedeli di diritto canonico, conferendo ad essa un nome sconosciuto a tutti, ma probabilmente simile o uguale  a quello dell’Ordine di Santo Stefano, del quale detta sodalizio ritiene arbitrariamente di essere il legittimo successore.

La Casa di Asburgo Lorena quindi iniziato attraverso questa associazione di fedeli ad eseguire delle attività in qualche modo simili a quelle dell’antico Ordine di Santo Stefano, quali ad esempio il conferimento di onorificenze simili a quelle dell’Ordine di Santo Stefano, nonchè la celebrazione di qualche cerimonia durante le quali i membri del sodalizio vestono arbitrariamente l’abito dei Cavalieri di Santo Stefano

Il Ministero degli esteri della Repubblica Italiana, ritenendo che questa associazione fosse in realtà l’antico Ordine di Santo Stefano e non ricordando che la Casa di Asburgo Lorenza aveva abdicato, ha quindi autorizzato l’uso in Italia delle onorificenze dell’Ordine di Santo Stefano P.M.

La legge 178/51

Il primo comma dell’ Articolo 7 della legge 178/51 recita che “I cittadini italiani non possono usare nel territorio della Repubblica onorificenze o distinzioni cavalleresche loro conferite in Ordini non nazionali o da Stati esteri, se non sono autorizzati con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro per gli affari esteri”.

Similmente il primo comma dell’art.8 della medesima legge recita “Salvo quanto è disposto dall’art. 7, è vietato il conferimento di onorificenze, decorazioni e distinzioni cavalleresche, con qualsiasi forma e denominazione, da parte di enti, associazioni o privati. I trasgressori sono puniti con la reclusione da sei mesi a due anni e con la multa da € 645,57 a € 1.291,14 ”

Attualmente  l’Ordine di Santo Stefano P.M.,  è considerato dallo Stato Italiano un Ordine Dinastico “Cavalleresco non nazionale” e il conferimento oppure l’uso in Italia delle relative decorazioni Cavalleresche  è ufficialmente autorizzabile da parte dell’ufficio del cerimoniale della Repubblica Popolare Italiana in base alle legge 178/51.

L’ufficio del Cerimoniale della Repubblica Popolare Italiana  ha infatti sorprendentemente riconosciuto, in base alla legge 178/51, la titolarità del Gran Magistero dell’Ordine di Santo Stefano in capo alla Casa di Asburgo Lorena Toscana, pur avendo detta Casa abdicato nel 1870.

Secondo la  dottrina giuridica in materia di Fons Honorum,  le Case ex regnati abdicatarie (debellate) non possono infatti mantenere la cosiddetta “Fons Honorum”, unica prerogativa dinastica che consente loro il diritto riconosciuto internazionalmente di “investire Nobili e Armar Cavalieri”.

Stupisce quindi che il Ministero degli Esteri non abbia considerato le suddette norme in materia di Fons Honorum nel concedere, nel Dicembre 1999 sotto il Governo D’Alema, il riconoscimento della titolarità del Gran Magistero dell’Ordine di S. Stefano P.M. alla Casa di Asburgo Lorena.

Nel 2001, due anni dopo il suddetto atto di riconoscimento, Sua Altezza Serenissima il Granduca Ottaviano de’Medici di Toscana ha assunto per se le prerogative dinastiche granducali, oltre ai titoli di Granduca e Principe di Toscana e di Gran Maestro dell’Ordine di Santo Stefano P.M.

Ciò è stato possibile in seguito al trasferimento di Sua Altezza  a Firenze, condizione indispensabile per poter essere legittimamente Capo della Casa Granducale Medicea di Toscana, imposta per testamento da S.A.E. Anna Maria Luisa de’Medici, Elettrice Palatina e ultima Granduchessa titolare di Toscana del ramo di Cosimo primo de’Medici.

A nostro avviso quindi, sarebbe opportuno che per correttezza storica il Capo del Cerimoniale della Repubblica Italiana presso il Ministero degli Esteri, aggiornasse quanto prima con una circolare le informazioni in merito all’Ordine di Santo Stefano P.M., specificando che esso, a seguito della ripresa nel 2001 della attività dinastica da parte della Casa Granducale Medicea di Toscana, fa capo ora alla Casa Granducale Medicea di Toscana e non più a quella abdicataria degli Asburgo Lorena.

Atto di protesta Mediceo del 2003

Sua Altezza Serenissima il Granduca  Ottaviano de’ Medici di Toscana di Ottajano, il quale come abbiamo visto mantiene per se ancora oggi il titolo Granducale di Toscana poiché la Bolla Papale di concessione, data nel 1569 alla famiglia Medici dal Papa Pio V°,  è ancora valida per i rami agnati collaterali della estinta famiglia granducale di Cosimo 1° Medici , ha pubblicato il 31 Ottobre 2003 un atto di protesta rivolto al sedicente Granduca Sigismondo di Asburgo Lorena e lo ha inviato per conoscenza a Sua Eccellenza il Ministro degli Affari Esteri della Repubblica Italiana. Dopo tale data la concessione dei titoli Cavallereschi Stefaniani da parte del sedicente “Granduca di Toscana” Sigismondo di Asburgo Lorena è pressoché cessata, salvo alcuni rarissimi casi.

Motivo dell’atto di protesta risiede nel fatto che a partire dagli ultimi anni 70 del Novecento la Casa di Asburgo Lorena Toscana, Goffredo di Asburgo Lorena Toscana ha iniziato  ad intitolarsi Granduca di Toscana titolare e Gran Maestro dell’Ordine di Santo Stefano P.M. e ciò in contrasto con la avvenuta abdicazione del  suo Avo Ferdinando IV di Toscana, le vigenti leggi della Repubblica d’Austria,  e perfino volontà del Capo della Casa di Asburgo Lorena.

Il titoli di Granduca di Toscana utilizzati da Goffredo di Asburgo Lorena, successivamente da suo figlio Leopoldo e quindi da suo nipote Sigismondo, avendo gli Asburgo Lorena- Toscana abdicato con Ferdinando IV, ultimo Granduca di Toscana di diritto Imperiale,  sono però da ritenersi nulli in base ai principi consolidati della dottrina giuridica internazionale in materia di Fons honorum.

A tal proposito occorre  sottolineare che Sigismondo di Asburgo Lorena, attuale sedicente Granduca di Toscana titolare e Gran Maestro dell’Ordine di Santo Stefano, nel tentativo di screditare la legittimità del titolo Granducale spettante a S.A.S il Granduca Ottaviano de’Medici di Toscana,  afferma sul proprio sito che l’Imperatore Carlo VI, nel concedere agli Asburgo Lorena nel 1737 il nuovo titolo di Granduchi di Toscana, abrogò implicitamente con quell’atto il titolo Granducale di Toscana che era stato concesso nel 1569 ai Medici dal Papa Pio V.

Sempre nel proprio sito, ora misteriosamente scomparso  dal web dopo numerosi anni di presenza, il sedicente Granduca Sigismondo cade però  in contraddizione affermando correttamente e con giusta convinzione di causa, che la bolle pontificie possono essere abolite solo ed esclusivamente dal Pontefice. A tal proposito Sigismondo Asburgo Lorena cita proprio la bolla di istituzione dell’Ordine  di Santo Stefano, affermando che essa è ancora valida e che l’Ordine è ancora attivo, proprio perché essendo stato creato con bolla pontificia  il Re di Italia Vittorio Emanuele di Savoia non aveva alcuna autorità per sopprimerlo nel 1859, quando con un decreto Regio ne confiscò tutti i beni dichiarandolo soppresso.

Perche’ mai allora, se non per malafede e ingiusto vantaggio personale, il sedicente Granduca Sigismondo afferma oggi sul proprio sito che l’Imperatore Carlo VI , emettendo nel 1737 un nuova Bolla di concessione del titolo Granducale di Toscana ai Lorena, ha abrogato implicitamente con quell’atto la Bolla Papale di concessione del titolo Granducale dato ai Medici nel 1569?

Occorre infine segnalare che la Dinastia Sabauda non ebbe fra i propri titoli dinastici quello di Granduca di Toscana e che pertanto nessun Re di Italia poté mai assumere per se il Gran Magistero dell’Ordine di Santo Stefano P.M.

Parimenti il Presidente della Repubblica Italiana, non avendo fra le proprie spettanze sovrane anche il titolo di Granduca di Toscana, non potrebbe mai diventare Gran Maestro dell’Ordine di Santo Stefano, proprio perché la Bolla di fondazione dell’Ordine menziona solo il Gran Duca di Toscana come legittimo Gran Maestro e non un generico “Capo” della Toscana.

ATTIVITA’ ATTUALE DELL’ORDINE DI SANTO STEFANO P.M.

Sua Altezza Serenissima il Granduca Ottaviano de’ Medici di Toscana di Ottajano dal 2001 ha ripreso ad esercitare la carica di Gran Maestro dell’Ordine di Santo Stefano dedicandosi ad attività culturali e sociali finalizzate al ripristino della Carovana dell’Ordine, nonchè conferendo in tempi recenti dalla Città del Vaticano anche alcuni Cavalierati a Cavalieri Militi profitenti.

Sua Altezza Serenissima il Granduca Ottaviano de’Medici di Toscana sta ora curando la pubblicazione dell’antico Statuto dell’Ordine di Santo Stefano P.M. e procurando alcuni navigli alla Carovana dell’Ordine; inoltre Sua Altezza sta costituendo il Corpo di Protezione Civile costiera dell’Ordine di Santo Stefano, il quale entrà presto in servizio come corporazione di diritto pubblico granducale affiliata al circuito di protezione civile denominato”Augustus”.

Una copia stampata del nuovo statuto sarà poi inviata all’ufficio del Cerimoniale della Repubblica Italiana per loro opportuna conoscenza.

Il Corpo dei Nobili di Santo Stefano P.M.

Sua Altezza ha creato infine la corporazione speciale dell’Ordine Civico Mediceo, denominata il “Corpo dei Nobili di Santo Stefano P.M.” , alla quale ha conferito l’incarico di provvedere all’esecuzione dei lavori preliminari necessari per la ripresa delle attività di carovana dell’Ordine di Santo Stefano Papa e Martire.

La corporazione prevede la partecipazione di un numero massimo di ventiquattro nobili dell’Ordine Civico Mediceo appartenenti al ceto dei Patrizi, ai quali  verrà concesso da S.A.  il titolo Civico di “Milite Stefaniano” .

L’Umanesimo Cristiano

Non potendo i futuri membri dell’Ordine di Santo Stefano P.M. combattere come Cavalieri contro gli infedeli dell’Islam, essendo la forza armata di Cavalleria ormai anacronistica e la antica missione bellica dell’Ordine ormai superata, Sua Altezza Serenissima ha annunciato al Consiglio ristretto dell’Ordine Civico Mediceo la propria volontà di riformare gli antichi statuti dell’Ordine al fine di renderli adeguati ai principi dell’ Nuovo Umanesimo Cristiano e nel contempo anche rispettosi della antica tradizione marinaresca dell’Ordine.

L’Europa è davanti ad un abisso, la paura che si respira è segno del vuoto che si è creato perché l’umanesimo cristiano, un tempo collante del Vecchio Continente, oggi è indebolito”. Così il cardinale Walter Kasper, Presidente emerito del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani.

Per Umanesimo Cristiano si intende in senso classico il movimento filosofico sorto nel Nord Europa alla fine del XV secolo, il cui esponente principale fu Erasmo da Rotterdam, che sosteneva la necessità di conciliare i principi dell’umanesimo con il Cristianesimo, mettendo l’uomo al centro della Chiesa per valorizzare il rapporto personale e individuale con Dio.

Per Nuovo Umanesimo Cristiano si intende invece nei tempi attuali  quello proposto da Sua Santità Papa Francesco il quale, nel corso dell’ incontro con i rappresentanti del V° convegno nazionale della Chiesa Italiana avvenuto a Firenze il 10 Novembre 2015 nella cattedrale di Santa Maria del Fiore, ha pronunciato i principi fondamentali del nuovo Umanesimo in Cristo Gesù basato, fra le altre cose, sui principi di umiltà, intesa come perseguimento della gloria di Dio, e questa non coincide con la nostra gloria, di disinteresse, inteso come ricerca non narcisistica della felicità di chi ci sta accanto, di beatitudine intesa come la gioia del Vangelo che indica ad ogni Cristiano il cammino per arrivare alla felicità più autenticamente umana e divina.

Cosi Papa Francesco all’inizio del Suo discorso rivolto alla Chiesa Italiana: “Possiamo parlare di umanesimo solamente a partire dalla centralità di Gesù, scoprendo in Lui i tratti del volto autentico dell’uomo. È la contemplazione del volto di Gesù morto e risorto che ricompone la nostra umanità, anche di quella frammentata per le fatiche della vita, o segnata dal peccato. Non dobbiamo addomesticare la potenza del volto di Cristo. Il volto è l’immagine della sua trascendenza. È il misericordiae vultus. Lasciamoci guardare da Lui. Gesù è il nostro umanesimo. Facciamoci inquietare sempre dalla sua domanda: «Voi, chi dite che io sia?» (Mt 16,15).

Così ancora Papa Francesco “ La Chiesa italiana ha grandi santi il cui esempio possono aiutarla a vivere la fede con umiltà, disinteresse e letizia, da Francesco d’Assisi a Filippo Neri. Ma pensiamo anche alla semplicità di personaggi inventati come don Camillo che fa coppia con Peppone. Mi colpisce come nelle storie di Guareschi la preghiera di un buon parroco si unisca alla evidente vicinanza con la gente. Di sé don Camillo diceva: «Sono un povero prete di campagna che conosce i suoi parrocchiani uno per uno, li ama, che ne sa i dolori e le gioie, che soffre e sa ridere con loro». Vicinanza alla gente e preghiera sono la chiave per vivere un umanesimo cristiano popolare, umile, generoso, lieto. Se perdiamo questo contatto con il popolo fedele di Dio perdiamo in umanità e non andiamo da nessuna parte.

Attività umanistica cristiana dell’Ordine di Santo Stefano P.M

Come abbiamo visto Sua Altezza Serenissima il Granduca Ottaviano de’ Medici di Toscana di Ottajano ha annunciato fra altre cose in data 5 Aprile 2019, tramite la Cancelleria della Corona, l’intenzione di riprendere l’esercizio delle attività di carovana dell’Ordine di Santo Stefano P.M.

Sua Altezza Serenissima il Granduca Ottaviano de’ Medici di Toscana,  ha annunciato inoltre che  per la sopravvivenza della nostra antica civiltà Europea sia oggi oltremodo necessario che la parte più nobile di essa, seguendo  i principi base di Umiltà, Disinteresse e Beatitudine, compia azioni umanistiche cristiane esemplari affinché, seguendo gli esempi illustri, anche le popolazioni residenti native Europee ritrovino la centralità di Gesù, scoprendo in Lui i tratti del volto autentico dell’uomo.

Per futura volontà statutaria i futuri nuovi membri dell’Ordine di Santo Stefano P.M. dovranno quindi prodigarsi nobilmente per la difesa e il rafforzamento della Fede militando non con le armi ma come Gonfalonieri del Nuovo Umanesimo Cristiano, dovranno discendere da Avi Paterni e Materni di stirpe Nobile e saranno  ammessi nell’Ordine per giustizia, oppure per grazia di Commenda, con il titolo di “Cavaliere Milite di Santo Stefano P.M.” e trattamento di “Nobile Cavaliere“. In mancanza delle prove di Nobiltà richieste verrà invece concesso il titolo di “ Servente d’Armi” , oppure di “Servente d’uffizio“ (professo donato)

Attività marinaresca  dell’Ordine di Santo Stefano P.M.

Il Sacro Militare Ordine di Santo Stefano Papa e Martire è nato nel 1561 per la difesa della fede Cristiana da compiersi, da parte dei Cavalieri, professando la propria fede in Chiesa come praticanti e difendendola militarmente  nel Mar Mediterraneo contro gli infedeli.

Oggi  la vocazione dell’Ordine è  invece quella di difendere la Fede seguendo i principi dell’Umanesimo Cristiano ispirato alle parole ed alla volontà di Papa Francesco, pertanto,  seguendo le parole di Sua Santità,  Sua Altezza Serenissima il Granduca Ottaviano de’ Medici di Toscana ha dichiarato che i futuri Cavalieri dell’Ordine di Santo Stefano P.M. dovranno professare l’umanesimo Cristiano contemplando il volto di Gesù e scoprendo in Lui i tratti del volto autentico dell’uomo, nonché pregando i Santi e celebrando il loro esempio attraverso la lettura frequente di brani agiografici e la commissione oppure la mostra di  opere d’arte che li rappresentino.

I futuri Cavalieri dell’Ordine di Santo Stefano P.M. dovranno inoltre compiere regolarmente attività marinaresca sia allo scopo di proseguire nei tempi attuali le antiche tradizioni dell’Ordine e sia allo scopo di lasciarsi portare dal soffio potente dello Spirito rafforzando la propria passione per la navigazione in mare aperto e compiendo azioni di ardimento che riprendano lo spirito dei grandi esploratori, quali ad esempio regate veliche d’altura, imprese motonautiche, traversate oceaniche o altre imprese marinaresche mirabili.

Così infatti l’invito del Papa pronunciato a Firenze nel 2015 nella cattedrale di Santa Maria del Fiore davanti ai 2.200 delegati partecipanti al quinto Convegno ecclesiale nazionale della Chiesa italiana:

“ Nel cammino verso un nuovo umanesimo la Chiesa Italiana si lasci portare dal soffio potente dello Spirito e per questo, a volte, inquietante. Assuma sempre lo spirito dei grandi esploratori, che sulle navi sono stati appassionati della navigazione in mare aperto e non spaventati dalle frontiere e dalle tempeste”

STATUTI

A seguito della ripresa del Gran Magistero dell’Ordine avvenuta nel 2001, Sua Altezza Serenissima il Granduca Ottaviano de’Medici di Toscana ha ripristinato gli antichi stututi con cui l’Ordine fu fondato nel 1561. Ora  Sua Altezza sta revisionando detti antichi  statuti al fine di renderli adeguati ai tempi attuali.

In attesa che sia terminata la loro revisione gli antichi statuti rappresentano l’unico modello di riferimento ritenuto valido da Sua Altezza Serenissima il Granduca Ottaviano de’Medici al fine di poter regolare le decisioni necessarie a ripristinare le  attività dell’Ordine nei modi sopra descritti.

Pertanto, per volontà di sua Altezza il Granduca Ottaviano de’Medici di Toscana e fino a nuova disposizione di S.A. essi debbono comunque intendersi come nuovamente vigenti a far data dal 30 Maggio 2019, ad eccezione dei seguenti articoli e dei riferimenti ad essi collegati:

STATUTI ORIGINARI DELL’ORDINE DI SANTO STEFANO (1561)