Casati Nobili di Firenze viventi o estinti dal 1750 ai tempi attuali
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Questa edizione aggiornata dello storico Libro d’Oro della Nobiltà Toscana Medicea del 1750 contiene la descrizione delle “Provanze di Nobiltà” depositate nell’ archivio segreto della Casa Granducale Medicea di Toscana e nell’Archivio di Stato di Firenze, fondo Nobiltà e Cittadinanza.
La descrizione delle “provanze” dell’archivio di Stato di Firenze è interamente tratta dal volume di Marcella Aglietti, Le tre nobiltà. La legislazione nobiliare del Granducato di Toscana (1750) tra Magistrature civiche, Ordine di Santo Stefano e Diplomi del Principe, Pisa, ETS, 2000.
I titoli nobiliari concessi ai Casati Nobili Toscani fra il 1737 ed il 1589 dalla Casa di Asburgo Lorena sono riconosciuti de jure dalla attuale Casa Granducale Medicea di Toscana.
DELLA RENA – (1752). Piero di Giulio. Patente di gentiluomo concessa da Cosimo III nel 1701696 [XXI, 1].
696 Si avanzano non poche perplessità sull’idoneità di questa famiglia all’iscrizione, anche per la scarsezza di prove che si allegano
RICCI – (1777). Antonio Maria, di Pontremoli. Si supplica e si ottiene grazia di un diploma di nobiltà fiorentina [XXI, 2].
ROSSI – (1751). Salvador Giovanni di Cosimo. Già ammessi nell’Ordine di S. Stefano [XXI, 2 bis].
RUFFIER – (17/8/2023). N.H. Christophe Jeanne Robert. Famiglia francese residente a Pescara e Roma; Consigliere Nazionale dell’Antico Consiglio fiorentino dei Duecento. Decreto di concessione della Nobiltà fiorentina (17 Luglio 2020) di S.A.R. Ottaviano de’Medici di Toscana, Granduca di Toscana Titolare. Nella biografia personale si rilevano anche benemerenze e distinzioni onorifiche estere.
DE ROSSI – (1755). Giovanni Domenico e Antonio. Presenti nell’Ordine stefaniano come successori i
commenda [XXI, 3].
SACCHETTINI – (1752). Cavaliere Piero. Già ammessi nell’Ordine stefaniano come fondatori di commenda [XXI, 4].
SARCHI – (1753). Antonio Filippo. Diploma di nobiltà di Francesco Stefano del 1753 [XXI, 4 bis].
SAUBOIN – (1770). Jacopo. Dichiarato nobile dall’imperatore Giuseppe II nel 1766 [XXI, 6].
SASSI – (i decreti di ammissione alla classe della nobiltà di questo casato furono nel 1757, nel 1766 infine nel 1797). Sentenza dichiarante la nobiltà della famiglia del 1653. Passaporto del granduca Giangastone con cui si dichiaravano gentiluomini fiorentini [XXI, 5 bis].
SASSO – (1756). Maria e Giuseppe. Ottennero grazia di un diploma granducale di nobiltà nel 1756 [XXI, 5].
SCARAMUCCI – (1765). Ippolito. Supplicarono e ottennero da Francesco Stefano grazia di diploma di nobiltà nel 1764 [XXI, 7].
SCALANDRONI – (1751). Niccolò. Già ammessi nell’Ordine stefaniano per fondazione di commenda dal 1686 [XXI, 8].
SERATTI – (1756). Abate Giovanni Battista, di Pontremoli. Ottennero diploma di nobiltà nel 1755 [XXI, 9].
SERRARI – (22 marzo 1787). Lorenzo e Ferdinando. Dimostrò il possesso dei primi onori della sua patria, Montepulciano, dove aveva ottenuto l’ammissione alla nobiltà697 [LXIII, 5].
697 Si faceva appello all’articolo XI delle istruzioni alla legge che disciplinava la possibilità di famiglie di altre città di essere ammesse anche alla nobiltà fiorentina.
SESTI – (1751). Cavaliere Francesco. Ammissione all’Ordine stefaniano [XXI, 8 bis].
SETTIMANNI – (1751). Cavaliere Francesco. Già ammesso nell’Ordine stefaniano [XXI, 11].
SOLDANI BENSI – (due decreti di ammissione, nel 1753 e 1757). Auditore Ferdinando e figli, di Figline. Si produssero numerosi documenti e fedi pubbliche attestanti la nobiltà di questo casato [XXI, 12].
SOLDANI BENSI- (1761). Domenico, da Montevarchi. Chiese ed ottenne grazia sovrana del conferimento di un diploma di ammissione alla nobiltà fiorentina nel 1760698 [XXI, 12 bis].
698 Il diploma si mostrò necessario anche per le gravi perplessità che la deputazione aveva avanzato a causa della lacunosità delle provanze allegate.
STIOZZI – (1768). Antonio Filippo, di Montelupo. Residenze in importanti cariche pubbliche699 [XXI, 13].
699 Patente di gentiluomo concessa dal cardinale Francesco Maria Medici nel 1707. Onoreficenza di essere nominato dal granduca, da oltre cento anni, uno degli alfieri del nobile gioco del calcio. Inoltre erano stati castellani di Uliveto.
TAMBURINI – (24 maggio 1751). Giuseppe del cavaliere Giovanni Lodovico. Ammessi in virtù dell’abito stefaniano come fondatore di commenda dall’avo del comparente [XXI, 14].
TASSINARI – (1 ottobre 1802). Gaetano. Chiese ed ottenne per grazia l’ascrizione alla nobiltà700, previo pagamento della tassa alla Comunità [LXXI, 4].
700 La famiglia Tassinari, oriunda della Rocca San Casciano nella Romagna toscana, aveva sempre goduto di ottima reputazione e della considerazione della famiglia Medici, fin dai tempi del granduca Cosimo I. Non aveva mai esercitato arti vili, godeva della cittadinanza fiorentina ed aveva sempre contratto matrimoni con case molto civili, oltre a poter contare su di un cospicuo patrimonio. I deputati concorsero quanto al concedergli grazia di nobiltà, per il comparente e i suoi discendenti, mentre solo la nobiltà personale alla moglie.
TAVANTI – (11 luglio 1763). Angelo. Diploma di nobiltà per grazia sovrana del 15 novembre 1763 [XXI, 15].
TONELLO – (in corso di inserimento). N.H. Don Renzo. Famiglia di Biella Lettera patente di S.A.R. il Granduca Ottaviano de’Medici di Toscana per la concessione provvisoria* del titolo di Nobile di Firenze (27 Febbraio 2021)
* il titolo di Nobile di Firenze è stato concesso provvisoriamente con lettera patente granducale firmata dalla Cancelleria della Corona e sarà confermato da S.A.R. il Granduca in occasione della cerimonia di investitura nobiliare e di professione di fede civile, durante la quale verrà consegnato il decreto definitivo di concessione del Titolo di Nobile di Firenze. La mancata partecipazione per due volte consecutive alla cerimonia di investitura comporta la decadenza del titolo provvisorio.
TESTARD – (7 aprile 1802). Marianne, nei Venturi. Diploma di nobiltà personale concesso l’otto ottobre 1801 da Ludovico I701 [LXXI, 5].
701 Il diploma di nobiltà le fu concesso per riconoscenza nei confronti del marito cavaliere Ippolito Venturi, consigliere intimo attuale di Stato, Finanze e Guerra, ministro degli Affari esteri e segretario di Stato. Marianne Testard era nativa di Rouen, in Francia. I deputati Orlandini, Ginori e del Benino avevano in realtà respinto la sua domanda in quanto, a causa degli incendi avvenuti in Francia a causa della rivoluzione in atto, non era stato possibile accertare i natali della donna né fugare le voci, forse calunniose, che fosse iscritta nei cataloghi delle figuranti teatrali: questa informazione non fu trasmessa alla Segreteria perché prima che si provvedesse a stilarne una copia per la spedizione il granduca aveva già espresso il proprio parere emanando il diploma di grazia.
TOSI – (4 marzo 1765). Auditore Giuliano e figli. Diploma di nobiltà per grazia sovrana dell’8 agosto 1764 [XXI, 16].
TRENTO – (in corso di inserimento). N.H. Don Valentino. Lettera patente di S.A.R. il Granduca Ottaviano de’Medici di Toscana per la concessione provvisoria* del titolo di Nobile di Firenze e per il godimento temporaneo in territorio di pretensione granducale, ex art. 21 L. 31/7/1750, dei privilegi connessi al suo rango di Nobile di Stato Estero, insignito di titolo straniero non riconosciuto da S.A.R. il Granduca di Toscana (09 Ottobre 2020)
* il titolo di Nobile di Firenze è stato concesso provvisoriamente con lettera patente granducale firmata dalla Cancelleria della Corona e sarà confermato da S.A.R. il Granduca in occasione della cerimonia di investitura nobiliare e di professione di fede civile, durante la quale verrà consegnato il decreto definitivo di concessione del Titolo di Nobile di Firenze. La mancata partecipazione per due volte consecutive alla cerimonia di investitura comporta la decadenza del titolo provvisorio.
DEL TURCO – (23 agosto 1751). Due rami, Angiolo Maria e Cavaliere Giovanni Antonio Del Turco Rosselli. Diploma del granduca Cosimo III in cui la famiglia è indicata come nobile. Presenze nell’Ordine stefaniano come fondatori di commenda di padronato [XXI, 17].
URBANI – (20 giugno 1803). Urbano, del castello di Montegonzi, presidente del supremo tribunale di giustizia (chiese di essere iscritto con le due figlie). Diploma di nobiltà di Carlo Lodovico e della reggente Maria Luigia «spinti dalla considerazione dei lunghi ed utili servigi resi allo Stato in più e diversi impieghi». Era già stato abilitato al godimento di tutti gli onori dei nobili pisani per sentenza del Magistrato della Comunità cittadina dal marzo 1777702 [LXXII, 6].
702 Il comparente discendeva per linea retta dalla famiglia di Urbano da Pisa, ormai estinta, che aveva preso parte alla massiccia emigrazione dei pisani avvenuta a seguito dell’occupazione fiorentina. Dei molti rami degli Urbani, tutti senza alcuna discendenza, i principali si erano trasferiti: Gianjacopo a Palermo, Orazio aveva fondato il baliato di Lucca, Giovanni a Pescia, e infine Antonio di Urbano era passato nel contado fiorentino e fissato la sua dimora nel Valdarno di sopra, a Montegonzi (almeno dal 1536).
VALERIO – (11 Settembre 2023). N.H. Don Gianluca, Conte di San Vittore e Corona in Feltre, Nobile di Firenze, Nobile di Pont Canavese. Consigliere Nazionale dell’Antico Consiglio fiorentino dei Duecento. Decreto di concessione del Titolo di Conte, della Nobiltà fiorentina e della Nobiltà di Pont Canavese (20 Novembre 2020) di S.A.R. Ottaviano de’Medici di Toscana, Granduca di Toscana Titolare. Famiglia di Feltre residente a Vienna
VENTURI già COLON – (12 aprile 1792). Carlotta, figlia del chirurgo Pietro Colon di Parigi, ma adottata dal cavalier Ippolito Venturi. Diploma di nobiltà per grazia di Ferdinando III, nonostante l’opposizione netta del deputato Nelli [LXVI, 14].
VERDI – (10 maggio 1756). Bernardo e figli. Diploma di nobiltà per grazia sovrana del 18 ottobre 1755. Il diploma andò a sanare un difetto negli attestati genealogici [XXI, 18].
ZETI – (30 aprile 1764). Gregorio e fratelli. Già ammesso alla nobiltà di Prato [LIV, 17], chiese anche quella fiorentina per avervi la cittadinanza [XXI, 20].
ULIVI – (10 giugno 1753). Cavaliere Luigi. Già ammessi all’Ordine stefaniano dal 1733 per fondazione di commenda [XXI, 21].