Libro d’Oro della Nobiltà Medicea di Cortona

AMANDOLI – (30 luglio 1759). Margherita di Giuseppe. Attestò il godimento dei primi onori pubblici [XLVII, 1].

AMANDOLI – (30 luglio 1759). Maria di Niccolò. Attestò il possesso dei primi onori pubblici [XLVII, 2].

ARRIGHI – (30 luglio 1759). Cavaliere Flaminio del cavaliere Francesco, già ammessi all’Ordine stefaniano come titolari di commenda padronale. Famiglia di Lucignano [XLVII, 3].

ARRIGHI – (30 luglio 1759). Giovanni Francesco di Arrigo. Dimostrò essere dello stesso stipite del cavalier Flaminio Arrighi [XLVII, 3 bis].

BADII – (15 gennaio 1759). Serafino di Alessandro. Attestò l’esercizio del priorato [XLVII, 4].

BECCI – (30 luglio 1759). Torquato e fratelli. Avevano ottenuto grazia granducale di ammissione alla nobiltà cortonese fin dal 1746, con la debita ammissione pronunciata dai Nove e il pagamento della tassa dei 200 scudi994 [XLVII, 5].

994 Si avanzarono alcune perplessità, perché la famiglia non aveva dimora a Cortona, né vi aveva mai contratto i propri parentadi.

BUCCI MATTEI – (30 luglio 1759). Giovanni Tommaso. Attestò le residenze nobili e un patrimonio idoneo al suo status [XLVII, 6].

CAPULLI – (15 gennaio 1759). Serafino di Jacinto. Dimostrò il godimento dei primi onori cittadini [XLVII, 7].

CELESTINI – (30 luglio 1759). Maria Girolama di Antonio. Allegò fedi dell’esercizio delle prime magistrature cittadine [XLVII, 8].

CIARPAGLI – (30 luglio 1759). Francesco di Mario, camarlingo del Dazio di Pratovecchio. Aveva già ottenuto rescritto magistrale di grazia di ammissione alla nobiltà cortonese nel 1715 [XLVII, 9].

CINAGLIA – (7 maggio 1770). Giuseppe e Francesco di Andrea, oriundi di Perugia. Ottennero diploma di nobiltà dal granduca Pietro Leopoldo nel 1770, avendo già chiesto invano di essere ascritti al patriziato come antica nobiltà perugina a norma dell’articolo XXI della legge del 1750 [XLVII, 10].

FAZZUOLI – (30 luglio 1759). Domenico di Alessandro. Allegarono fede del 1740 di aggregazione alla classe nobile della città di Cortona e godimento del priorato [XLVII, 13].

FIERI FIERLI – (20 agosto 1792). Francesco, conte di Petrignano, feudo nello Stato pontificio, dichiarata contea nobile da Clemente XIV995 [LXVII, 7].

995 Esercitavano la mercatura. Il membro della deputazione Nelli si oppose fermamente a quest’ammissione

FIERLI – (14 aprile 1793). Avvocato Gregorio, Vincenzio e Lorenzo. Diploma di nobiltà per grazia di Ferdinando III, ma dietro richiesta della Comunità civica cortonese a titolo di gratitudine per i servigi resi alla città. L’agnazione è la stessa dei Fieri Fierli [LXVIII, 11].

FRIGIERI – (27 gennaio 1777). Silvestro di Filippo. Allegarono diploma di aggregazione alla nobiltà concesso loro da Pietro Leopoldo nel 1775, previa approvazione dei rappresentanti della Comunità e della deputazione. Pagarono la consueta tassa per le spese [XLVII, 14].

GACI – (30 aprile 1754). Neri Cesare. Ottennero grazia granducale di diploma di nobiltà da Vienna nel 1763. Famiglia originaria di Castiglion Fiorentino [XLVII, 11].

GARBI – (28 luglio 1760). Giuseppe e figli, di Perugia. Ottennero grazia granducale di un diploma di nobiltà da Vienna nel 1760 [XLVII, 12].

GRILLI – (15 gennaio 1759). Carlo di Fulvio. Attestò il possesso dei primi onori pubblici [XLVII, 15].

LOGI – (15 gennaio 1759). Antonio di Sinibaldo. Attestò il possesso dei primi onori pubblici [XLVII, 16].

LIPPI – (nel fascicolo non si conserva il decreto di ammissione, ma del 19 settembre 1792). Francesco e Salvatore, di Perugia. Si richiesero prove addizionali, in quanto le cariche pubbliche godute erano di prima cittadinanza, ma non nobili996 [LXVII, 14 e 15].

996 Attestarono un patrimonio assai cospicuo.

MACCARI – (15 gennaio 1759). Orazio di Girolamo. Attestò il possesso dei primi onori pubblici [XLVII, 17].

DELLA NAVE – (30 luglio 1759). Tommaso. Allegò fede di ammissione alla nobiltà e all’imborsazione per il priorato del 1736 [XLVII, 18].

ORADINI – (15 gennaio 1759). Bartolomeo di Guglielmo. Attestò il possesso dei primi onori pubblici997 [XLVII, 19].

997 Al momento della rinuncia all’esercizio della professione notarile nel 1751, Pietro Tanciani presentò una supplica alla deputazione richiamando l’attenzione sul fatto che «al presente non vi essendo rimasto tanti soggetti non nobili abili a potere occupare le dette cariche comunitative, alcune di queste per tal motivo, benché incompatibili, sono e saranno in grado di dover restar cumulate in una persona sola con grave svantaggio del Pubblico se dalla Cesarea Maestà Vostra non viene dato a ciò provvedimento con permettere che anche dal nobile sia accresciuto il numero dei medesimi». Inoltre rappresentava come «dovendo l’oratore esser privo di quelli emolumenti che portano seco dette cariche comunitative, sarebbe per risentirne notabilissimo danno, giacché non vi essendo in detta sua patria altro ove potersi vantaggiosamente impiegare se non gli detti uffizi, poco o nulla gli resterebbe in avvenire per decorosamente sussitere».

PASQUI – (30 luglio 1759). Cavaliere Antonio Felice, già ammesso all’Ordine stefaniano per fondazione di commenda. Famiglia di Castiglion Fiorentino [XLVII, 20].

TANCIANI – (30 luglio 1759). Francesco Xaverio. Allegò rescritto di ammissione agli onori di Cortona per grazia speciale del granduca, nonostante la preventiva esclusione ricevutane dal Consiglio della città998 [XLVII, 21].

998 Il figlio del comparente rinunciò all’esercizio del notariato.

VAGNUCCI – (30 luglio 1759). Filippo di Michel’Angiolo. Attestò il possesso dei primi onori pubblici [XLVII, 22].

VELLUTI GHINI – (30 luglio 1759). Cavaliere Cammillo Giuseppe, già ammesso all’Ordine stefaniano per fondazione di commenda [XLVII, 23].

VELLUTI GHINI – (30 luglio 1759). Girolamo di Raffaello, scrivano nel Monte di pietà di Cortona. Ammissione all’Ordine stefaniano999 [XLVII, 24].

999 Si attesta il possesso della nobiltà di Urbino. Rescritto granducale di ammissione alla cittadinanza nobile di Cortona.

VENTURELLI nei RISTORI – (30 luglio 1759). Caterina di Attilio. Attestò il godimento dei primi onori pubblici [XLVII, 25].