Libro d’Oro della Nobiltà Medicea di San Sepolcro

ALBERTI – (20 aprile 1761). Giuliano di Girolamo. Già ammessi per giustizia nell’Ordine stefaniano [XLVIII, 1].

ALDIGI MIGLIORATI – (13 gennaio 1789). Francesco, già nobile patrizio di Città di Castello e domiciliato in San Sepolcro, si appellò al paragrafo XXI della legge sulla nobiltà [LXIV, 1].

BARTOLINI – (28 luglio 1760). Niccolò Amanzio di Antonio. Attestazione dell’esercizio della prima

magistratura cittadina (priorato) [XLVIII, 2].

BARTOLINI – (28 luglio 1760). Giovanni Battista di Paolo. Attestazione dell’esercizio della prima magistratura cittadina (priorato) [XLVIII, 3].

BIGI – (20 giugno 1803). Canonico Cristofano, canonico Giovanni Francesco, Alberto e Adeodato, fratelli. Diploma di nobiltà familiare conferito da Carlo Lodovico e Maria Luigia regina reggente dell’Etruria (del 6 giugno 1803)1000 [LXXII, 1].

1000 Si provano le «civili parentele per quattro generazioni ed i civili impieghi esercitati». Ammissione alla cittadinanza dal 1768. Sono in possesso di un cospicuo patrimonio (ammontante a oltre 43mila scudi).

CANTAGALLINA – (20 aprile 1761). Antonio e fratello. Attestati di nobiltà. Fedi delle residenze nel gonfalonierato1001 [XLVIII, 4].

1001 Ammissione alla cittadinanza fiorentina. Privilegi conferiti dai duchi di Urbino. Ammissione al nobilissimo Collegio della mercanzia di Perugia, città di origine di questa famiglia.

CAPASSINI – (28 luglio 1760). Paolo e fratelli. Attestazione dei godimenti delle prime magistrature cittadine [XLVIII, 5].

CARSUGHI – (28 luglio 1760). Antonio di Francesco, residente a Città di Castello. Attestazione dell’esercizio della prima magistratura cittadina (gonfalonierato) [XLVIII, 6].

CHERICI – (7 dicembre 1795). Santi. Diploma di nobiltà per grazia del granduca Ferdinando III1002 [LXIX, 1].

1002 Si attestò un patrimonio considerevole e la continuità dei parentadi nobili.

CORSI – (8 ottobre 1791). Benedetto, di Anghiari. Diploma di grazia granducale1003. In un secondo tempo fu ammesso anche nei registri della nobiltà aretina (decreto dell’8 maggio 1793) [LXVI, 3]. Alcuni anni dopo, il comparente supplicò il granduca di accordare la nobiltà personale alla consorte Eleonora Ducci, appartenente a una famiglia ammessa all’Ordine stefaniano, seppur per fondazione di commenda [LXIX, 2].

1003 Si attestò un patrimonio ingentissimo. Inizialmente il granduca aveva rifiutato la grazia del diploma di nobiltà temendo che, ottenuto tale riconoscimento, il Corsi volesse emigrare. Al che il pretendente aveva acquistato numerosi beni stabili ed eretto persino un teatro nel suo luogo di residenza per dimostrare la sua volontà di stabilirsi permanentemente in Toscana.

DOTTI – (28 luglio 1760). Berardo di Berardo. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche dal 13181004 [XLVIII, 7].

1004 Gli ascendenti del comparente parteciparono all’erezione della prima torre di San Sepolcro nel 1188. Possesso della cittadinanza cortonese e di Città di Castello. Documenti attestanti la proprietà e il possesso della giurisdizione del castello di San Giustino.

DUCCI – (24 gennaio 1787). Bernardino. Residenze nel gonfalonierato, anche se era stato imborsato per la prima volta per ordine del granduca Cosimo II nel 1607 [LXIII, 2].

FABRI – (28 luglio 1760). Roberto di Giovanni Battista. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche (gonfalonierato) [XLVIII, 8].

GHERARDI – (28 luglio 1760). Cristofano del cavaliere Vincenzio. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche (gonfalonierato) [XLVIII, 9].

GHERARDI – (28 luglio 1760). Amerigo di Bernardino. Residenze nella magistratura del gonfalonierato [XLVIII, 10].

GIOVAGNOLI – (27 maggio 1754). Chiesero l’ammissione in uno stesso fascicolo quattro rami della famiglia: il cavaliere Giovanni Maria e il canonico Antonio Francesco; Francesco di Alessandro; Luigi di Alessandro; il cavaliere Giorgio del marchese Benedetto. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche. Ammissione all’Ordine stefaniano [XLVIII, 11].

GORACCI – (20 aprile 1761). Giovanni Lorenzo. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche (gonfalonierato)1005 [XLVIII, 12].

1005 Si avanzarono alcuni dubbi sull’idoneità di questa famiglia

GRAZIANI – (20 aprile 1761). Antonio Maria e Guido Guerra, residenti a città di Castello. Attestato dell’antica nobiltà della città di Perugia. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche (gonfalonierato) [XLVIII, 13].

GUELFI – (20 aprile 1761). Giuseppe di Francesco. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche (gonfalonierato) [XLVIII, 14].

LANCISI – (20 aprile 1761). Antonio Matteo e figli. Esercizio della maggiore magistratura cittadina

(gonfalonierato)1006 [XLIX, 1]..

LUZZI – (28 luglio 1760). Cavaliere Piero e figlio, già ammesso all’Ordine di S. Stefano. Dimostrò il possesso del primo grado di nobiltà [XLIX, 2].

MARINI – (20 aprile 1761). Pier Girolamo. Attestati di residenze nel gonfalonierato [XLIX, 3].

MIGLIORATI – (28 luglio 1760). Angiolo e fratelli. Attestati di residenze nel gonfalonierato [XLIX, 5].

MUGLIONI – (20 aprile 1761). Tre rami: Pietro e Paolo; Carlo e fratelli; Giovan Battista ed Alessandro. Residenza nelle principali magistrature cittadine (priorato e gonfalonierato) [XLIX, 4].

NOMI – (20 settembre 1784). Bonaventura e fratelli. Si avanzarono perplessità sulle provanze presentate relativamente alle residenze godute, ma in considerazione dell’entità del patrimonio dichiarato e dei matrimoni sempre contratti nobilmente, si soprassedé sulle mancanze e si decretò l’idoneità all’ascrizione [XLIX, 6].

PICHI – (20 aprile 1761). Alessandro di Franco, scrivano del pubblico Monte di pietà. Dimostrò l’esercizio del priorato dal 1289 e del gonfalonierato [XLIX, 7].

PICHI – (20 aprile 1761). Francesco Xaverio del cavaliere Ranieri. Ammissione all’Ordine stefaniano e residenza nel gonfalonierato [XLIX, 8].

PICHI – (20 aprile 1761). Bernardo e fratelli. Godimento dei primi onori di San Sepolcro (priorato di fraternità e gonfalonierato). Ammissione all’Ordine stefaniano come quarto materno del cavalier Guglielmo Ubertini [XLIX, 9].

PICHI – (20 aprile 1761). Giuseppe, camarlingo del Monte Pio. Fede del godimento dei primi onori pubblici [XLIX, 10].

PICHI – (20 aprile 1761). Cavaliere balì Filippo e fratelli. Ammissione all’Ordine stefaniano. Residenze nelle maggiori magistrature di primo grado [XLIX, 11].

RIGI – (20 aprile 1761). Ammissione all’Ordine stefaniano per giustizia. Residenze nel gonfalonierato [XLIX, 12].

SBROLLI – (28 luglio 1760). Francesco di Antonio. Residenze nel gonfalonierato [XLIX, 13].

SERGIULIANI – (20 aprile 1761). Cavaliere Lorenzo e figli. Residenze nel gonfalonierato1007 [XLIX, 14].

1007 Si concesse l’ascrizione alla nobiltà nonostante che il comparente fosse ormai assente dalla città da molti anni. (Non si dichiarò a quale Ordine cavalleresco appartenesse il comparente e gli altri ascendenti designati come cavalieri nell’albero genealogico).

STIANTESCHI O SCHIANTESCHI – (20 aprile 1761). Conte Domenico e figli. Il comparente era maestro di Camera presso la corte di Modena. Si attestò l’esercizio del gonfalonierato fin dal 1673. Attestato di nobiltà di San Sepolcro del 1694 [XLIX, 15].

TITI – (20 aprile 1761). Cavaliere Ferdinando, già ammesso per giustizia all’Ordine stefaniano. Residenza nel gonfalonierato fin dal 1440 [XLIX, 16].

VENTURI – (28 luglio 1760). Tommaso di Ventura. Residenza nel gonfalonierato dal 1666 [XLIX, 17].