Libro d’Oro della Nobiltà Medicea di Siena

ALBERTI – (27 agosto 1753). Giovanni Battista, lettore universitario. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche. Nell’albero genealogico si indicarono alcuni cavalieri, ascendenti del comparente, ma senza attestare di quale Ordine789 [XV, 1].

789 Il comparente aveva fatto domanda per il patriziato, ma senza che la deputazione ne indichi la ragione, così come avviene per alcune altre famiglie contenute in questa filza, viene ascritto alla nobiltà. È attestata una tradizione di dottori universitari. Quanto alle residenze pubbliche, si allega un decreto del 18 aprile 1517 di monsignor Raffaello Petrucci attestante come un ascendente del comparente (il dottore Girolamo) fosse stato dichiarato del numero dei cittadini originari residenti e riseduti di Siena, nonché in grado di godere di tutti i privilegi e le immunità degli altri cittadini originari. La prima carica pubblica attestata è quella del figlio (Ventura, anch’egli dottore) nel Supremo Magistrato nel 1565.

ANDREOCCI – (27 agosto 1753). Muzio, impiegato nelle potesterie granducali. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche dal 1487790 [XV, 2].

790 Il comparente avrebbe desiderato la descrizione per la classe del patriziato.

AVIGNANESI – (10 settembre 1753). Ottaviano. Famiglia originaria di Montepulciano, ove è ancora residente. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche e ammissione all’Ordine stefaniano791 [XV, 3].

791 Prima residenza pubblica attestata nel numero dei membri del Concistoro, nel marzo-aprile 1660. Nonostante la residenza a Montepulciano si è in grado di esibire diploma di aggregazione alla nobiltà senese dal 1663.

BELTRAMINI – (1° ottobre 1753). Alamanno, camarlingo dell’Opera della Metropolitana di Siena. Famiglia originaria di Colle, ma il comparente è residente a Siena. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche792 [XV, 4].

792 Ammesso alle principali cariche pubbliche di Colle dal 1317, ma famiglia ammessa alla nobiltà di Siena dal 1598 e già annoverata nel numero degli Eccelsi nel 1600.

BIZZARRINI – (27 agosto 1753). Giuseppe, auditore della Rota di Firenze, e i figli. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche793 [XV, 5].

793 In possesso della nobiltà senese dal 1631, anno nel quale attestano la loro prima residenza pubblica.

BONCI già CASUCCINI794 – (29 agosto 1792). Pietro Paolo. Diploma di nobiltà per grazia di Ferdinando III del precedente 24 agosto. La famiglia aveva già ottenuto un diploma analogo per deliberazione del Collegio della balia di Siena nel 1658 [LXVII, 10].

794 Porsia Bonci, ultima della sua famiglia e moglie del bisavo dell’oratore Niccolò Casuccini, aveva vincolato per disposizione testamentaria l’ereditarietà del patrimonio con il mantenimento di entrambi i cognomi.

BOTTARELLI (SOZZI BOTTARELLI) – (23 marzo 1754). Antonio. Nel fascicolo non si conserva alcun documento, eccetto uno strumento di istituzione di fidecommesso [XV, 6].

CAMAIORI – (9 ottobre 1762). Giuseppe. Ritenuto idoneo dalla deputazione in virtù dell’ammissione al collegio di Balia di Siena nel 1641 grazie al rescritto del granduca Ferdinando II [XV, 7].

CAPERCI – (27 agosto 1753). Antonio. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche e iscrizione all’Estimo cittadino [XV, 8].

CASINI (o Cassini) – (27 gennaio 1777). Cesare Francesco, dei signori di Thury, trasferitisi in Francia, ma originari di Siena (anche se non poterono provare lo stipite comune dall’estinta famiglia Casini, a causa di un incendio che aveva distrutto ogni documento in grado di verificarlo) . Ottiene grazia del diploma di aggregazione alla nobiltà senese dal granduca Pietro Leopoldo già dal 1774 [XV, 9].

CIANI – (27 agosto 1753). Giulio di Ambrogio. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche dal 1552 [XV, 10].

CITERNI – (il decreto di ammissione non è conservato, ma del 28 ottobre 1796). Giuseppe e Pietro, fratelli795 [LXX, 3].

795 L’istanza per l’ammissione era stata presentata alla deputazione fin dal 1751, ma per «una pura dimenticanza» non si era ancora provveduto a regolamentarne il riconoscimento e l’iscrizione nei registri. Il padre dei comparenti era stato ammesso alla nobiltà senese con rescritto sovrano del 1721.

COSATTI – (4 marzo 1754). Pietro di Giuseppe, segretario delle leggi. Ammissione alla nobiltà senese ed inizio della residenza nelle maggiori magistrature pubbliche dal 1612. I fratelli del comparente erano impiegati nel banco appartenente alla loro famiglia, mentre uno di loro era cavaliere per giustizia nell’Ordine di S. Stefano796 [XV, 11].

796 Aveva chiesto l’ascrizione al patriziato.

COSPI – (4 marzo 1754). Angiolo. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche e ammissione all’Ordine di santo Stefano per fondazione di commenda dal 1634797 [XV, 12].

797 Aggregazione alla nobiltà senese nel 1642 ed inizio della presenza attiva nelle pubbliche magistrature nel 1673, con una residenza nel Concistoro.

DEI – (4 marzo 1754). Antonio Francesco. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche798 [XV, 13].

798 Il comparente aveva chiesto l’ascrizione al patriziato. Prima residenza attestata nel Concistoro nel 1510. Si ottiene grazia magistrale di poter presentare le proprie provanze di nobiltà malgrado fossero già scaduti i termini.

DEI – (10 aprile 1753). Francesco Paolo, di Chiusi. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche799

799 Il comparente aveva fatto domanda per l’ascrizione al patriziato. La prima residenza attestata della famiglia è nel numero dei priori della città di Chiusi, mentre a Siena si ha una prima presenza nel Concistoro solo nel 1511.

[XV, 14].

FABIANI – GIGLI – (5 giugno 1758). Agostino. Presenta diploma granducale di ammissione alla nobiltà senese concessogli da Vienna il 15 febbraio 1758800 [XV, 15].

800 L’arme e il nome Gigli viene assunto dalla famiglia Fabiani a seguito della disposizione testamentaria del cugino materno il canonico Provenzano Gigli. Come in altri casi, l’ascrizione non fu automatica alla presentazione del diploma sovrano, bensì fu necessario supplicare relativo assenso da parte della Reggenza affinché lo si registrasse nel registro della nobiltà senese.

FORTINI già PERFETTI – (4 marzo 1754). Vincenzio, figlio del cavaliere Agostino Perfetti. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche dal 1682801 [XV, 16].

801 Il comparente era stato adottato dalla famiglia Fortini e chiede l’ascrizione di quest’ultima, mentre il casato Perfetti era già stato accettato nel numero della nobiltà per istanza di Antonio Gaetano Perfetti, zio di Vincenzio.

FRANCESCHINI – (28 luglio 1760). Assunto (auditore del governamento di Livorno e precedentemente auditore della nunziatura fiorentina). Ottenne diploma di grazia granducale di ammissione alla nobiltà il 24 gennaio 1760, confermato dalla Reggenza il 7 marzo seguente802 [XV, 17].

802 Francesco Stefano motivò la concessione della nobiltà per i meriti acquisiti dal comparente nel corso delle sue funzioni, seguendo l’esempio del padre, un accreditato giureconsulto. Allegò anche diversi documenti e fedi pubbliche, tra cui l’iscrizione all’Estimo pubblico.

FRANCESCHINI – (27 agosto 1753). Carlo. Allegò un diploma concessogli dal granduca Giangastone nel 1736, con cui si ammetteva alla nobiltà, nonostante il comparente non avesse mai riseduto in alcuna pubblica magistrature803 [XV, 18].

803 Si dimostrò il possesso di un pingue patrimonio familiare.

FRANCI – (4 marzo 1754). Adriano. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche dal 1537804 [XV, 19].

804 Il comparente aveva richiesto l’ascrizione al patriziato. Il comparente poteva contare su entrate tenuissime.

FRANCHI – (27 agosto 1753). Deifebo. Residenze nelle maggiori magistrature805 [XV, 20].

805 Si ricordava una residenza nel collegio di Balia nel 1590. Si ammette «benché non molto ricco di patrimonio». Allegò un diploma granducale di ammissione alla nobiltà senese del 1583.

FRATICELLI – (27 agosto 1753). Lattanzio, capitano di giustizia di Sovana. Si addusse una fede pubblica dell’archivio delle Riformagioni attestante come la famiglia del comparente avesse goduto della nobiltà senese dal 1679 [XV, 21].

GAGNONI – (10 settembre 1753). Marc’Antonio. Ammissione per giustizia all’Ordine di S. Stefano806 [XV, 22].

  806 Diploma di aggregazione alla nobiltà senese (1623). Il comparente aveva presentato istanza di ascrizione al patriziato.

GAGNONI – (10 settembre 1753). Cavaliere Piero Angiolo. Ammissione per giustizia all’Ordine di S. Stefano. Diploma di aggregazione alla nobiltà senese (1623). Il comparente aveva presentato istanza di ascrizione al patriziato [XV, 23].

GIGLI già NENCI – (27 agosto 1753). Lodovico. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche807 [XV, 24].

807 Girolamo di Giuseppe Nenci venne adottato da Girolamo Gigli nel 1685 e in quell’anno risedé, primo della sua famiglia, nel Concistoro.

GIOVANNINI – (10 settembre 1753). Cavaliere Cosimo, di Arcidosso. Ammissione all’Ordine di S. Stefano come fondatore di commenda [XV,25 ].

GRIFONI – (27 agosto 1753). Paolo. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche808 [XV, 26].

808 Si attesta una prima residenza nel Concistoro nel 1652. Si allegava anche a maggior testimonianza della propria nobiltà il matrimonio contratto con una Tolomei.

LAMI – (24 dicembre 1759). Giovanni Francesco. Famiglia originaria di Pisa (pisane sono infatti le fedi delle residenze pubbliche godute), ma in possesso di un diploma sovrano di aggregazione alla nobiltà senese del 1737809 [XV, 27].

809 Al decreto di aggregazione alla nobiltà di Siena si aggiunge diploma di relativa assegnazione del Monte, ma la famiglia non aveva mai riseduto in alcuna carica pubblica. Produce la dimostrazione del suo stato patrimoniale. Il Peruzzi avanza qualche dubbio.

LANCI – (27 agosto 1753). Cavaliere Alessandro. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche.

Bolla di aggregazione all’Ordine di S. Stefano810 [XV, 28].

810 Il comparente aveva chiesto di essere descritto nella classe del patriziato. Diploma di aggregazione alla nobiltà senese dal 1635. Famiglia nobile di Urbino, da dove si traggono attestati di nobiltà. Prime magistrature pubbliche attestate nel Supremo Magistrato senese, nel 1644.

LANDI – (27 agosto 1753). Ippolito. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche dal 1563811 [XV, 29].

MANNI – (non si è reperito il decreto di ammissione). Cavaliere Austo. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche. Ammissione all’Ordine stefaniano, dove il comparente era titolare di due commende di padronato e grazie alle cui entrate poteva mantenersi, vista l’allarmante esiguità del suo patrimonio812 [XV, 30].

812 Residenze a partire dal 1564, nel Concistoro. La condizione economica della sua famiglia è definita addirittura

«disastrata». Non si era comunque ancora macchiato dell’esercizio di arti vili o meccaniche.

MORESCHINI – (4 marzo 1754). Alessandra di Clearco. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche813 [XV, 31].

813 Prime residenze attestate: nel Concistoro, dall’anno 1591.

NANNINI – (27 agosto 1753). Fabio di Girolamo. Fede pubblica di ammissione alla cittadinanza e nobiltà senese emanata dal collegio di Balia del 1739 per aver sempre vissuto onoratamente e delle proprie entrate [XV, 32].

NANNINI – (27 agosto 1753). Paolo e Gaetano. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche814 [XV, 33].

814 Prima residenza attestata: nel Concistoro, nell’anno 1690.

NERUCCI – (27 agosto 1753). Giovanni di Mario. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche815 [XV, 34].

815 Si allegava anche diploma di ammissione alla nobiltà romana. Prima residenza pubblica attestata è nel Concistoro nel 1597. Il diploma di nobiltà romana, ottenuto nel 1535, era stato fatto registrare dalla cancelleria delle Riformagioni senese. Si era presentata domanda di ascrizione al patriziato.

NICCOLINI – (10 agosto 1791). Antonio, camarlingo dell’ufficio dei Fossi di Grosseto, e Michele, avvocato, di Monteano. Diploma di grazia di nobiltà di Ferdinando III del 22 luglio 1791. Ragguardevole patrimonio [LXVI, 8].

PERFETTI – (27 agosto 1753). Perfetto di Agazio, capitano nelle milizie del re di Napoli. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche816 [XV, 35].

816 La prima carica pubblica attestata è nel Concistoro, nel 1702. Si ammette «benché non molto ricco di patrimonio». Aggregazione alla cittadinanza senese per volontà del collegio di Balia del 1662.

PERFETTI – (27 agosto 1753). Antonio Gaetano. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche. Presenze nell’Ordine stefaniano come fondatori di commenda di padronato817 [XV, 36].

817 Residenza nel Concistoro dal 1680.

PERICCIOLI – (4 marzo 1754). Francesco. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche. Iscrizione ai registri dell’Estimo pubblico818 [XV, 36 bis].

818 Prima residenza attestata nel 1711, nel Concistoro.

PIERI – (10 settembre 1753). Ranuccio. Dal 1734 ammessi dal collegio di Balia di Siena alla cittadinanza a nobiltà cittadina, con assegnazione del Monte e abilitazione agli onori e prerogative godute dai patrizi senesi, con approvazione del granduca Giangastone819 [XV, 37].

819 Ampio patrimonio, oltre a due juspadronati laicali di benefici semplici a Piano, di buona rendita. Famiglia originaria di Piano, feudo sottoposto al capitanato di Radicofani, nel dominio senese.

RUSTICI – (27 agosto 1753). Cristofano e Gaetano. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche820 [XV, 38].

820 Residenze a partire dal 1682. Ammessi «quantunque non ricchi di patrimonio».

SALUCCI – (18 agosto 1803). Marchesi Vincenzio e Luigi, fratelli. Dimostrarono l’investitura del feudo nobile di Montemassi e Rocca Federighi, situati nel dominio di Siena. Luigi, inoltre, domiciliato a Livorno con la propria famiglia per esercitarvi la mercatura, chiese ed ottenne anche (con decreto del 9 luglio 1804) la nobiltà livornese [LXXII, 7].

SAMUELLI di Montepulciano – (10 settembre 1753). Paolo, residente a Chiusi. Fede che il casato era stato aggregato alla nobiltà senese nel 1599. Presenze nell’Ordine stefaniano821 [XV, 39].

821 Si accampano oltre trecento anni di nobiltà nella città di Chiusi e Montepulciano. Sono sempre stati assenti da Siena. Si chiedeva l’ascrizione al patriziato.

SILVESTRI – (27 agosto 1753). Bernardino. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche822 [XV, 40].

          822 Prima residenza attestata nel 1699, nel Concistoro.

SQUARCI – (4 marzo 1754). Cavaliere Ercole. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche dal 1544. Presenze nell’Ordine stefaniano823 [XV, 41].

823 Prima residenza attestata nel 1575, nel Concistoro. Si descrivono come un ramo della casata Campigli di Pisa. Chiedevano la descrizione per il patriziato.

SQUARCI – (4 marzo 1754). Giuseppe. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche824 [XV, 42].

824 Prima residenza nel 1621, nel Concistoro.

TARTAGLI – (4 marzo 1754). Cavaliere Lattanzio. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche e ammissione all’Ordine di S. Stefano [XV, 43].

TARUGI – (12 luglio 1756). Cosimo. Famiglia di Montepulciano. Fede di aggregazione alla nobiltà senese come riconosciuto discendente da un altro Tarugi, già precedentemente ammesso. Vestizione per giustizia all’Ordine stefaniano825 [XV, 44].

825 Si era chiesto la descrizione nella classe del patriziato.

VIVARELLI – (15 giugno 1791). Giovanni Battista e fratelli [LXVI, 15]. Già ammesso alla nobiltà di Arezzo dal 15 gennaio 1790 [LXIV, 14].