Vanni Rinaldi studio per la Divina Commedia 616 (cm 54,3×72,9)

È la certezza del cammino intrapreso che condurrà alla redenzione dei peccati. Quale luogo deputato al transito celeste, il Purgatorio appare come una continua salita che giustifica l’espiazione della colpa in funzione della fede. Nel XXII Canto, in compagnia del poeta latino Stazio, Dante e Virgilio risalgono la salvifica cornice e, nell’eloquio della giustizia, l’atmosfera luminosa si abbruna al cospetto del monte e della mirabile visione di un albero mutato. I suoi frutti, interdetti alla raccolta, evocano il peccato originale e il suo monito divino.

ENZO DALL’ARA

filosofo e storico dell’arte