Asburgo Lorena: l’invenzione dell'”Ordine dinastico familiare” di proprietà della Casa

Riassunto e commento critico del volume di Rodolfo Bernardini: “Il Sacro Militare Ordine di Santo Stefano P.M.” Ordine Dinastico Familiare della Casa Asburgo Lorena– Giardini Editore, Pisa 1990

Sintesi del contenuto

Il volume di Rodolfo Bernardini offre una ricostruzione storica e giuridica ampia e articolata del Sacro Militare Ordine di Santo Stefano Papa e Martire, sostenendo che esso abbia mantenuto continuità ininterrotta come Ordine Dinastico-Familiare della Casa Asburgo-Lorena, nonostante le soppressioni ottocentesche e novecentesche.

Secondo Bernardini, la soppressione dell’Ordine da parte del Governo Provvisorio della Toscana nel 1859 fu giuridicamente illegittima, in quanto non accompagnata da una Bolla Pontificia e contraria sia allo Statuto Albertino sia ai principi del diritto internazionale. L’autore elogia la presunta continuità del Gran Magistero da parte della Casa Asburgo-Lorena — in particolare da Goffredo di Asburgo-Lorena — e ne celebra l’impegno nella preservazione delle tradizioni dell’Ordine. Il volume ripercorre le origini medicee dell’istituzione fondata da Cosimo I de’ Medici nel 1561, ne ricostruisce il ruolo storico-militare, le trasformazioni nel tempo, e i tentativi di rinascita avvenuti nel XX secolo, fino alla fondazione dell’Istituzione dei Cavalieri di Santo Stefano sotto il patronato del Principe di Piemonte.

Critica storica e giuridica: omissione dell’abdicazione di Ferdinando IV

Tuttavia, l’intera opera di Bernardini omette di citare un fatto storico e giuridico decisivo: l’abdicazione formale del Granduca Ferdinando IV di Asburgo-Lorena nel 1870, con la quale egli rinunciò irrevocabilmente a ogni diritto dinastico, per sé e per i suoi discendenti in perpetuo. Questo atto, sancito dalla realtà post-unitaria e confermato dal diritto internazionale, comporta ipso iure la decadenza definitiva della Casa Asburgo-Lorena da qualsiasi legittima pretesa sul Granducato di Toscana e sul Gran Magistero dell’Ordine.

Le conseguenze giuridiche sono chiare: ogni successiva rivendicazione del titolo di Granduca di Toscana e del Gran Magistero dell’Ordine di Santo Stefano da parte della linea lorenese — inclusi Goffredo di Asburgo-Lorena e i suoi eredi — è priva di valore legale e del tutto infondata sotto il profilo storico.

L’omissione di questo fatto rende l’impianto giuridico dell’opera di Bernardini parziale e selettivo, compromettendo la pretesa di fornire una cronistoria “documentata e definitiva”.

Errore fondamentale sulla natura giuridica dell’Ordine

Oltre all’omissione dell’abdicazione di Ferdinando IV, l’opera presenta un altro errore sostanzialela falsa attribuzione della natura dell’Ordine come dinastico-familiare della Casa Asburgo-Lorena. In realtà, le fonti pontificie originarie smentiscono categoricamente questa tesi:

1. Il Breve “Dilecto Filio” (1 ottobre 1561) e la Bolla “His quae” (1 febbraio 1562) di Papa Pio IV stabiliscono che il Gran Magistero dell’Ordine è attribuito ai Duchi di Firenze pro tempore esistenti, successivamente Granduchi di Toscana. L’Ordine è quindi istituzionalmente legato al titolo sovrano, e non è proprietà privata di una famiglia.

2. La Bolla “Eximiae Devotionis” (27 agosto 1569) di Papa Pio V elevò Cosimo I a Granduca di Toscana in perpetuum, estendendo il titolo alla sua discendenza maschile primogenita e, in mancanza, agli agnati collaterali, fondando così una trasmissione dinastica territoriale, non patrimoniale o ereditaria in senso familiare stretto.

3. Con la fusione della Casa di Toscana nella Casa Imperiale d’Austria (1866), l’abdicazione di Ferdinando IV (1870), la rinuncia di Carlo I (1918) e quella di Otto d’Asburgo (1961), ogni pretesa lorenese sul Granducato e sull’Ordine è cessata ipso iure, per effetto della “debellatio” e della acquiescenza storica.

4. Per natura e diritto canonico, l’Ordine di Santo Stefano è un Ordine di Coronadinastico e territorialedi diritto pontificio, e il Gran Magistero spetta al Granduca di Toscana pro tempore, anche se non regnante, purché non vi sia stata abdicazione.

Conclusione solenne e dichiarazione giuridica

Alla luce dei dati storici e giuridici, è assolutamente nulla e priva di legittimità ogni affermazione — come quella dell’autore Rodolfo Bernardini — che attribuisca il Gran Magistero dell’Ordine alla discendenza della Casa Asburgo-Lorena, o a personaggi come Goffredo di Asburgo-Lorena e ai suoi eredi.

L’unico titolare legittimo del Gran Magistero è:

S.A.R. Ottaviano de’ Medici di Toscana, Granduca titolare di Toscana,

erede agnatizio collaterale della Casa Granducale Medicea.

A lui solo spetta, jure sanguinis et iuris pontificii, il Gran Magistero del Sacro Militare Ordine di Santo Stefano Papa e Martire.

Nulla potestas, nulla auctoritas, nulla praetensio può derogare a questo diritto, fondato su bolla pontificia mai revocata e su un ordinamento che esclude espressamente la trasmissione familiare in favore di un titolo legato alla funzione sovrana e alla dignità istituzionale del Granducato di Toscana.