Libro d’Oro del Patriziato Mediceo di Pistoia

ADAMI – (decreto di ammissione alla nobiltà del 15 settembre 1755, decreto di ammissione al patriziato dell’11 luglio 1763). Due rami familiari, comparenti furono Benedetto, Battista e il cavaliere Antonio Filippo. Ammessi all’Ordine stefaniano come fondatori di commenda. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche e godimento dei primi onori cittadini. Si attesta un operaio di San Jacopo nel 1557895 [XXXIII, 1].

895 Alcuni diplomi granducali con cui si nominavano degli ascendenti dei comparenti a dignitose cariche militari (sergente generale di battaglia, colonnello di reggimento dei Dragoni).

AMATI – (5 maggio 1755). Cavaliere Giovanni Tommaso, ammesso per giustizia all’Ordine di S. Stefano [XXXIII, 2].

ARFARUOLI – (14 aprile 1755). Atto e fratelli. Già ammessi all’Ordine di S. Stefano per giustizia. Godimento dei primi onori pubblici [XXXIII, 3].

BALDINOTTI – (21 luglio 1755). Cavaliere Francesco Antonio896, già ammesso nell’Ordine stefaniano per giustizia [XXXIII, 4].

896 Il comparente aveva sposato Teresa di Jacopo Gaulard, nobile lorenese.

BALDINOTTI – (5 maggio 1755). Cavaliere Giuliano del cavaliere Bartolomeo. Il comparente era già ammesso all’Ordine di S. Stefano per giustizia [XXXIII, 5].

BALDINOTTI – (14 aprile 1755). Antonio, sottoprovveditore del Magistrato di fiumi e strade. Godimento dei primi onori pubblici [XXXIII, 6].

BANCHIERI – (14 aprile  1755). Camillo e Ignazio. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche (gonfalonierato) [XXXIII, 7].

BELLINCIONI – (24 dicembre 1759). Giuseppe. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche [XXXIII, 8].

BRACCIOLINI – (5 maggio 1755). Barone Jacopo. Già ammessi all’Ordine stefaniano per giustizia. Si allegava diploma a giustificazione del titolo baronale [XXXIII, 9].

BRACCIOLINI – (14 aprile 1755). Conte Alberto. Già ammessi all’Ordine di S. Stefano per giustizia. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche [XXXIII, 10].

BRUNOZZI – (14 aprile 1755). Conte Francesco. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche [XXXIII, 11].

BUONACCORSI – (14 aprile 1755). Girolamo. Già ammessi per giustizia all’Ordine stefaniano [XXXIII, 12].

CANCELLIERI – (14 aprile 1755). Cavaliere Girolamo, già ammesso all’Ordine stefaniano per giustizia. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche897 [XXXIII, 13].

897 Si attesta anche un privilegio concesso da Ferdinando II nel 1631.

CELLESI – (5 maggio 1755). Balì Teodoro, già ammesso per giustizia nell’Ordine stefaniano [XXXIII, 14].

CELLESI – (5 maggio 1755). Cavalier Francesco, già ammesso per giustizia all’Ordine stefaniano [XXXIII, 15]. Francesco e Giuseppe, fratelli e figli del senatore cavalier Giovan Battista, ottennero l’ascrizione al patriziato fiorentino (decreto del 12 gennaio 1807). Ci si appellò al paragrafo IX delle Istruzioni alla legge del 1750 [LXXV, 1].

CELLESI – (20 aprile 1761). Conte Alessandro. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche. Presenze nell’Ordine di Malta e di S. Stefano per giustizia [XXXIII, 16].

CELLESI – (14 aprile 1755). Francesco di Tommaso. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche

[XXXIII, 17].

CELLI – (9 giugno 1755). Matteo e fratelli. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche (priorato) [XXXIII, 18].

CONVERSINI – (5 maggio 1755). Cavaliere Girolamo, già ammesso per giustizia nell’Ordine stefaniano. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche [XXXIII, 19].

CONVERSINI CONTI – (20 aprile 1761). Giuseppe. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche (gonfalonierato e priorato). Ammissione come quarto materno di un cavaliere nell’Ordine stefaniano [XXXIII, 20].

CORSINI – (19 settembre 1792). Cardinale Andrea898 [LXVII, 13].

898 La richiesta fu avanzata dal gonfaloniere pistoiese Giuseppe Antonio Carlesi, in quanto il cardinale, ospite della città in occasione di cerimonie religiose, aveva espresso il desiderio di ottenerne il patriziato. Il granduca concesse quanto supplicato esentando dal pagamento di ogni tassa.

FABBRONI – (5 maggio 1755). Cavaliere Atto, già ammesso per giustizia all’Ordine di S. Stefano [XXXIV, 1].

FABBRONI – (14 giugno 1755). Jacopo di Alessandro, ramo distinto dal precedente e residente a Marradi. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche dal 1355899 [XXXIV, 2].

899 Si allegò copia di una patente del sultano Jachia del maggio 1647 nel quale un ascendente del comparente veniva nominato alfiere. Patenti di Cosimo III conferivano ripetutamente la carica di alfiere della banda di Castrocaro (compagnia di archibugieri a cavallo).

FABBRONI (ramo di Marradi)- (27 settembre 1756). Castiglion Ludovico. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche900 [XXXIV, 3].

900 Si allegò sentenza del Magistrato Supremo del 1620 con cui si riconoscevano i Fabbroni di Marradi discendenti dallo stesso stipite del ramo di Pistoia, il cui status patrizio era fuor di dubbio. Iscrizione all’Estimo pubblico. A proposito di questo presunto stipite comune tra Fabbroni di Marradi e Fabbroni di Pistoia, nacque un piccolo caso. Tutto iniziava con la comunicazione del cavaliere Niccolò Fabroni (discendente da Azzo), che scriveva da Pistoia il 25 agosto 1755 e comunicava alla deputazione come gli si fosse presentato un certo abate Jacopo Fabbroni di Marradi che lo aveva pregato di riconoscerlo come parente e di ratificare il decreto di una sentenza in contraddittorio espressa dal Magistrato Supremo del 29 gennaio 1620 dove, appunto, quella famiglia di Marradi pretendeva di appartenere all’omonima consorteria pistoiese. Niccolò respingeva categoricamente ogni vincolo di sangue o d’agnazione, nonostante l’esistenza di un atto pubblico del 1631 in cui alcuni ascendenti di Jacopo, «per loro fini particolari» avevano riconosciuto come parenti alcune di quelle famiglia di Marradi, per soddisfare alle loro ambizioni di farsi credere oriundi di Pistoia. Così, continuava il cavaliere, in occasione della legge del 1750, «essendo nata loro nuovamente la malinconia di farsi credere nostri parenti, ho stimato rendere intesa di tutto Vostra Signoria Illustrissima come segretario della deputazione» in odo che non si dia adito a queste ingiuste pretese. In realtà dalla relazione compiuta per appurare la verità dal Peruzzi, sembrerebbe volersi dare ragione ai Fabbroni di Marradi, non solo per gli atti suddetti, ma anche da una vocazione a un fidecommisso indotto dal conte Luca Fabbroni di Marradi, visconte di Romart, in cui si nominava in sostituzione ai parenti pistoiesi, chiamati per primi, quelli di Marradi, «suoi consorti» (tutto in ASFi, Deputazione, 114, ins.54 ). I deputati riconobbero definitivamente la discendenza di questo ramo di Marradi da quello di Pistoia nella seduta del 14 giugno 1756. In ibid., 172, cc.80v-81r.

FABBRONI (ramo di Marradi)- (27 settembre 1756). Jacopo Giuseppe [XXXIV, 4].

FABBRONI (ramo di Marradi)- (27 settembre 1756). Abate Carlo Francesco, ma comparve come rappresentante di due distinte famiglie [XXXIV, 5].

FABBRONI (ramo di Marradi)- (21 marzo 1757). Stefano, si presentò per l’ammissione di due distinte famiglie [XXXIV, 6].

FABBRONI (ramo di Marradi)- (19 dicembre 1757). Carlo Antonio [XXXIV, 7].

FABBRONI (ramo di Marradi)- (30 luglio 1759). Giovanni Giuliano [XXXIV, 8].

FABRONI – (27 gennaio 1777). Benedetto Francesco. Questa famiglia dimostrò la comune parentela con Carlo Antonio Fabbroni [XXXIV, 9].

FALCHI PICCHINESI – (6 marzo 1793). Cavaliere Diego, già ammesso alla nobiltà volterrana [XLIV, 8].

FIORAVANTI – (14 aprile 1755). Jacopo Maria. Già ammessi per giustizia all’Ordine stefaniano. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche. Si attesta un operaio di San Jacopo nel 1525 [XXXIV, 10].

FIORAVANTI – (5 maggio 1755). Cavalier Cammillo, già ammesso per giustizia all’Ordine stefaniano [XXXIV, 11].

FORTEGUERRI – (14 aprile 1755). Atto. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche [XXXIV, 12].

FRANCHINI – (28 aprile 1817). Cavaliere Franchino, ammesso all’Ordine stefaniano come primo investito della commenda Colombina, di suo padronato. Precedentemente ammessi alla nobiltà con decreto del 5 maggio 1755 [XXXVI, 9].

FRANCHINI TAVIANI – (21 luglio 1755). Cesare. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche (gonfalonierato) [XXXIV, 13].

GANUCCI – (decreto del 17 maggio 1797). Cavalier Luigi Ganucci Cancellieri [LXX, 5], ma il padre era già iscritto al patriziato fiorentino [XIII, 13-15].

GATTESCHI – (5 maggio 1755). Cavaliere Giovanni Battista, già ammesso per giustizia nell’Ordine di

S. Stefano [XXXIV, 14].

GATTESCHI – (21 luglio 1755). Cavaliere Pistoletto. Ammesso all’Ordine stefaniano come successore in commenda. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche (gonfalonierato dal 1525) [XXXIV, 15].

GATTESCHI – (7 luglio 1790). Giuseppe e Federigo. Residenze nel gonfalonierato [LXV, 11].

GATTESCHI – (7 luglio 1790). Pasquale ed Angiolo, e fratelli. Residenze nel gonfalonierato [LXV, 12].

GHERARDI – (5 maggio 1755). Giovanni Giuseppe. Già ammessi per giustizia nell’Ordine di S. Stefano [XXXIV, 16].

IPPOLITI – (5 maggio 1755). Cavaliere Cesare, già ammesso all’Ordine stefaniano per giustizia [XXXIV, 17].

MARCHETTI – (5 maggio 1755). Cavaliere Francesco, già ammesso per giustizia all’Ordine stefaniano. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche901 [XXXV, 1].

901 Venne definita come la famiglia più ragguardevole di Pistoia, mentre la sua presenza in città era attestata fin dal 1143. Presenze anche negli Ordini cavallereschi di Saint Andrew, di San Giacomo e di Calatrava.

MONTEMAGNI – (5 maggio 1755). Cavaliere Jacopo e fratelli. Già ammessi per giustizia all’Ordine di

S. Stefano [XXXV, 2].

NENCINI – (5 maggio 1755). Cesare. Già ammessi per giustizia all’Ordine stefaniano. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche dal 1535 [XXXV, 3].

ODALDI – (5 maggio 1755). Bartolomeo. Già ammessi all’Ordine di S. Stefano [XXXV, 4].

PAGNOZZI – (14 aprile 1755). Francesco. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche dal 1519 [XXXV, 5].

PAGNOZZI – (14 aprile 1755). Pietro di Bastiano. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche dal 1515 (gonfalonierato) [XXXV, 6].

PAGNOZZI – (8 gennaio 1794). Alamanno. Residenze nelle maggiori cariche pubbliche (priorato, fin dal 1515)902 [LXIX, 9].

902 Si dimostra lo stipite comune con i Pagnozzi già ammessi dal 1755.

PANCIATICHI – (14 aprile 1755). Cavaliere Giovanni Filippo, già ammesso per giustizia nell’Ordine stefaniano903 [XXXV, 7].

903 Questo ramo si estinse nel 1792.

PANCIATICHI – (14 aprile 1755). Bandino, di Firenze. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche [XXXV, 8].

PANCIATICHI – (14 aprile 1755). Piero del cavaliere Jacopo. Documento di esclusione dall’accesso ai pubblici uffici quale famiglia di magnati904 [XXXV, 9].

904 Nobiltà e cittadinanza fiorentina godute fin dal 1555. Questo ramo si estinse nel 1761.

PAPAGALLI – (21 marzo 1757). Cavaliere Giuliano Domenico, già ammesso per giustizia nell’Ordine stefaniano. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche [XXXV, 10].

PERACCINI – (9 luglio 1804). Giovanni. Godimento dei primi onori cittadini (gonfalonierato dal 1588)905 [LXXIII, 5].

905 Si sottolineò il lustro familiare, oltre alla dignitosa entrata annua del comparente, segnalatosi tra l’altro per i servigi prestati ed i distinti gradi militari goduti.

PUCCINI – (14 aprile 1755). Cavaliere Domenico Filippo (non si specifica di quale Ordine cavalleresco). Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche e godimento dei primi onori dal 1478 [XXXV, 11].

ROSPIGLIOSI – (13 febbraio 1784). Duca Giovanni Battista Rospigliosi Pallavicini, oriundo di Pistoia, ma abitante a Roma. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche (gonfalonierato) e godimento dei primi onori cittadini dal 1549906 [XXXV, 12].

906 Appartenne a questa famiglia papa Clemente IX.

ROSPIGLIOSI – (21 luglio 1755). Clemente di Lelio. Già ammessi per giustizia nell’Ordine stefaniano. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche (gonfalonierato) dal 1485 [XXXV, 13].

ROSPIGLIOSI – (14 aprile 1755). Conte Mattia. Già ammessi per giustizia all’Ordine di S. Stefano, ma riseduti fin dal 1510 nei maggiori uffici cittadini [XXXV, 14].

ROSSI – (30 giugno 1755). Vincenzio. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche (gonfalonierato) dal 1497 [XXXV, 15].

ROSSI – (30 giugno 1755). Cavaliere Ranieri, già ammesso per giustizia all’Ordine stefaniano. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche (gonfalonierato) dal 1461 [XXXV, 16].

RUTATI – (21 luglio 1755). Giovanni Battista. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche (gonfalonierato) dal 1549 [XXXV, 17].

SALVIATI – (19 settembre 1792). Cardinale duca Gregorio907 [LXVII, 13].

907 La richiesta fu avanzata dal gonfaloniere pistoiese Giuseppe Antonio Carlesi, in quanto il cardinale, ospite della città in occasione di cerimonie religiose, aveva espresso il desiderio di ottenerne il patriziato. Il granduca concesse quanto richiesto esentando dal pagamento di ogni tassa.

SCARAFANTONI – (18 gennaio 1762). Jacopo. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche. Si attesta un operaio di San Jacopo nel 1648908 [XXXV, 18].

908 Un ascendente del comparente intervenne alla riforma istituzionale del 1505 operata dai solo cittadini riconosciuti come ‘graduati’.

SERRA – (8 maggio 1800). Ignazio, principe napoletano. Fu lo stesso Magistrato comunitativo di Pistoia a chiedere questa istanza di aggregazione alla classe dei patrizi pistoiesi, per avere il Serra fissato la propria dimora in quella città e per le sue «generose contribuzioni di denaro» [LXXI, 2].

SETTICELLI – (29 luglio 1796). Carlo e Pietro avevano già ottenuto l’ammissione al patriziato fiorentino nel 1791, poi Carlo stabilì la sua residenza a Pistoia a seguito del conferimento dell’impiego di magoniere generale e chiese l’ascrizione anche a quel patriziato pistoiese, che gli fu concesso senza obbligo di pagare alcuna tassa [LXVI, 13].

SOZZIFANTI – (5 maggio 1755). Cavaliere priore Baldassarre, già ammesso all’Ordine stefaniano. Fedi del godimento dei primi onori pubblici cittadini [XXXV, 19].

SOZZIFANTI – (5 maggio 1755). Cavaliere Giovan Carlo, soprintendente del Monte Pio di Pistoia. Già ammessi all’Ordine stefaniano e riseduti alle maggiori magistrature cittadine [XXXV, 20].

SOZZIFANTI – (5 maggio 1755). Cavaliere Filippo [XXXV, 21].

TAIOLI  –  (18  gennaio  1762).  Cammillo.  Residenze  nelle  maggiori  magistrature  pubbliche (gonfalonierato) dal 1410 [XXXV, 22].

TOLOMEI – (14 aprile 1755). Cammillo e Andrea, due famiglie distinte. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche dal 1555 [XXXV, 23].

TONTI – (14 aprile 1755). Conte Francesco. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche dal 1501 [XXXV, 24].

VILLANI – (14 aprile 1755). Carlo. Già ammessi all’Ordine di Malta. Residenze nei pubblici uffici cittadini fin dal 1527 [XXXV, 25].

VILLANI – (14 aprile 1755). Vincenzio del cavaliere Pier Maria. Ammissione all’Ordine di S. Stefano. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche dal 1527 [XXXV, 26].

VILLANI ALFIERI – (14 aprile 1755). Marcantonio. Ammissione all’Ordine gerosolimitano. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche [XXXV, 27].

VISCONTI – (30 giugno 1755). Cavaliere Giovanni Maria. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche dal 1507, con il gonfalonierato. Ammissione all’Ordine di S. Stefano, ma come successore in commenda [XXXV, 28].