Libro d’Oro del Patriziato Mediceo di Pisa

D’ABRAMO – (manca il decreto di ammissione, ma sicuramente successivo al 17 febbraio 1797). Residenze nelle maggiori magistrature (priorato, dal 1570) [LXX, 6].

AGLIATA – (27 maggio 1754). Cavaliere Francesco Ascanio di Tommaso. Ammissione per giustizia all’Ordine di S. Stefano [XXVI, 1].

AGOSTINI – (27 maggio 1754). Cavaliere Cosimo di Ranieri. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche e ammissione all’Ordine stefaniano [XXVI, 2].

DEGLI ALBIZI – (27 maggio 1754). Tommaso. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche [XXVI, 3].

BILANCI (Del Bilancia da Vico)– (ammissione alla nobiltà con decreto del 30 aprile 1792, al patriziato del 29 agosto 1792). Lorenzo Gaetano. Residenze nelle prime magistrature cittadine (priorato dal 1514). Si avanzarono alcuni dubbi sulla genealogia attestata [LXVI, 1].

CRECCHI – (7 luglio 1790). Francesco. Il comparente dimostrò di discendere da un priore [LXV, 7].

FABBRI – (5 febbraio 1791). Giuliano e fratelli. Dimostrarono le residenze nella magistratura del priorato [LXV, 8].

D’ANGELO – (decreto di ammissione al patriziato di Pisa del 14 giugno 1756 e alla nobiltà di Livorno del 23 marzo 1768). Filippo Giuseppe e Michelangelo. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche (gonfalonierato). Ammissione per giustizia all’Ordine stefaniano826 [XXVI, 4].

826 Un ramo della famiglia si era trasferito a Bastia, in Corsica.

ANSALDI – (24 dicembre 1759). Cavaliere Orazio. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche (anzianato). Probabilmente anche ammessi all’Ordine stefaniano, ma non si allegarono documenti in grado di testificarlo [XXVI, 5].

ANSALDI – (20 aprile 1761). Cavaliere Baldassarre. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche (anzianato). Ammissione all’Ordine stefaniano [XXVI, 7].

AULLA – (27 maggio 1754). Cavaliere Bartolomeo. Ammissione all’Ordine stefaniano. Avevano richiesto precedentemente l’ammissione alla classe della nobiltà [XXVI, 6].

AULLA – (15 gennaio 1759). Cavaliere Luigi e fratelli. Ammissione all’Ordine di S. Stefano. Avevano fatto già istanza per l’ammissione alla classe della nobiltà [XXVI, 8].

BARDI – (6 aprile 1789). Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche (anzianato). Presenze nell’Ordine stefaniano [XXVI, 9].

BARTOLI – (4 marzo 1765). Jacopo. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche (priorato). Godimento di prestigiosi onori827 [XXVI, 10].

827 Fede dei beni iscritti ai registri dell’Estimo.

 BELTRAMI – (10 giugno 1754). Giovanni Lodovico. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche (priorato)828 [XXVI, 11].

828 Fede pubblica di iscrizione all’Estimo. Famiglia oriunda spagnola. Si allegò anche copia autentica del partito del 26 novembre 1496 con cui gli anziani e il gonfaloniere della città di Pisa ascrissero il capostipite della famiglia, coi suoi discendenti in infinito, nel numero dei cittadini nobili pisani.

BERCI – (27 maggio 1754). Tommaso. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche (priorato) [XXVI, 12].

BERZIGHELLI – (28 maggio 1753). Maria Maddalena. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche (priorato e anzianato). Un ascendente della comparente aveva ottenuto l’abito dell’Ordine stefaniano per motuproprio granducale di Cosimo III nel 1695 [XXVI, 13].

DAL BORGO – (27 maggio 1754). Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche (priorato). Ammissione all’Ordine stefaniano. Aveva presentato domanda anche per il patriziato volterrano [XXVI, 14].

BRACCI CAMBINI – (30 settembre 1754). Giovanni Battista. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche829 [XXVI, 15].

829 Il commissario Inghirami, addetto all’esame delle domande di ascrizione, riconobbe l’idoneità di questo casato nonostante il comparente esercitasse l’impiego di ragioniere dei contratti alla dogana di Pisa.

BUONAVOGLI – (23 marzo 1768). Pietro Filippo. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche (priorato) [XXVI, 16].

CASAPIERI – (29 luglio 1754). Cavaliere Flaminio, uno dei Dodici governatori della Pia Casa della Misericordia. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche (priorato) [XXVI, 17].

CEULI – (10 giugno 1754). Conte Giovacchino. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche (priorato) e ammissione all’Ordine stefaniano [XXVI, 18].

CEULI – (27 maggio 1754). Curzio. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche [XXVI, 19].

CURINI – (9 settembre 1754). Cavaliere Jacopo, già ammesso per giustizia all’Ordine stefaniano [XXVI, 20].

DELLA CROCE – (9 luglio 1804). Marchesa Cecilia Anna Maria, figlia dell’alfiere Giovan Battista della Croce di Cascina e moglie del marchese Salimbene Bartolini Salimbeni, patrizio fiorentino. Residenze nelle maggiori magistrature civiche830 [LXXIII, 6].

830 Il padre della comparente non aveva richiesto il riconoscimento del casato per essere senza discendenti maschi. Godimento della cittadinanza pisana dal 1520 e delle maggiori magistrature (priorato) dal 1650, ma la famiglia era originaria di Milano.

FINOCCHIETTI – (30 luglio 1759). Jacopo. Ascritti in virtù dell’articolo XXI della legge sulla nobiltà del 1750, per grazia di diploma sovrano conferito il 1° gennaio 1759. Presenze anche nell’Ordine stefaniano831 [XXVI, 21].

831 Il comparente in realtà era un facoltoso commerciante livornese, discendente di una famiglia patrizia di Ancona, cavaliere dell’Ordine militare di Saint Etienne e con importanti incarichi politici nel regno delle due Sicilie.

FROSINI – (29 luglio 1754 e 8 marzo 1756) cavaliere priore Michelangelo, già ammesso per giustizia nell’Ordine stefaniano. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche [XXVI, 22].

FROSINI – (30 settembre 1754). Giuseppe Mariano. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche (priorato) [XXVI, 23].

FROSINI – (27 gennaio 1754). Domenico di Tommaso. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche (anzianato) [XXVI, 24].

GAETANI – (19 agosto 1754). Ranieri, uno dei Dodici governatori della Pia Casa della Misericordia. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche. Presenze nell’Ordine stefaniano [XXVII, 1].

GAETANI – (19 agosto 1754). Ascanio. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche (priorato). Presenze nell’Ordine stefaniano [XXVII, 2].

GALEOTTI – (16 luglio 1795). Maria Francesca del console Giovanni Giuliano. Si attestavano residenze pubbliche delle maggiori a Pisa, l’aggregazione alla nobiltà senese dal 1696, l’accesso alle gravezze all’uso dei cittadini fiorentini832 [LXIX, 4].

832 Famiglia originaria di Pescia, ormai estinta. Era stato il cavalier Tommaso Alliata Campiglia a domandare l’ammissione della madre al patriziato di Pisa, Siena e Firenze per esser stato il casato Galeotti ammesso all’Ordine stefaniano come quarto di Giuseppe Alliata (il 7 febbraio 1792).

GALLETTI – (29 luglio 1754). Cavaliere Francesco. Ammissione all’Ordine stefaniano. Si giustificava il possesso del titolo di conte833 [XXVII, 3].

833 Un ramo della famiglia si era trasferita in Sicilia.

GALLI – (1° giugno 1789). Già ammessi alla nobiltà di Pontremoli, esibirono copia di diploma del 1530 di Carlo V conferente loro la nobiltà [LXIV, 7].

GRASSI – (30 settembre 1754). Cavaliere Giovanni Michele. Ammissione per giustizia all’Ordine stefaniano e godimento dei primi onori pubblici [XXVII, 4].

GRASSOLINI – (1° luglio 1754). Cavaliere Ranieri. Ammissione per giustizia all’Ordine stefaniano e residenze nelle maggiori magistrature pubbliche della città [XXVII, 5].

GRASSOLINI – (29 luglio 1754). Cavaliere Tommaso, già ammesso per giustizia nell’Ordine di S. Stefano [XXVII, 6].

GUALANDI CAMPIGLIA – (29 luglio 1754). Balì Alfonso, già ammesso all’Ordine stefaniano come cavaliere per giustizia e uno dei Dodici governatori della Pia Casa della Misericordia [XXVII, 7].

LANFRANCHI CHICCOLI – (9 settembre 1754). Annibale e fratelli. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche (priorato), anche a Firenze fino al 1590 [XXVII, 8].

LANFRANCHI CHICCOLI – (9 settembre 1754). Cavaliere Carlo e Ranieri. Chiesero l’ascrizione alla classe del patriziato di Pisa e di Firenze. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche834 [XXVII, 9].

834 Un ramo del casato si era trasferito a Napoli dalla fine del XV secolo, altri ascendenti dei comparenti si erano trasferiti in Spagna.

LANFRANCHI LANFREDUCCI – (9 settembre 1754). Cavaliere Benedetto. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche (priorato). Ammissione all’Ordine stefaniano e godimento dei maggiori onori della città [XXVII, 10].

LANFRANCHI ROSSI – Due distinti decreti di ammissione (entrambi del 9 settembre 1754) per i due rami di questo casato (quello del cavalier Albizzo Ranieri e quello del cavaliere Antonio Francesco), che presentarono due separati fascicoli alla deputazione, seppure con identici documenti. Entrambi erano già stati ammessi al patriziato fiorentino [LXVIII, 14]. L’ascrizione si ebbe in virtù delle loro residenze nelle maggiori magistrature pubbliche (priorato) [XXVII, 11-12].

LANTI – (27 settembre 1756). Cavaliere Alfonso, già ammesso all’Ordine di S. Stefano. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche (anzianato) [XXVII, 13].

LEOLI – (29 luglio 1754). Cavaliere Ranieri, già ammesso all’Ordine stefaniano. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche [XXVII, 14].

MARRACCI – (23 settembre 1754). Cammillo, camarlingo della Comunità di Pisa e operaio della chiesa di San Francesco. Presenze nell’Ordine di S. Stefano. Godimento dei primi onori cittadini [XXVII, 15].

MARRACCI – (23 settembre 1754). Cavaliere Giovanni Federigo, già ammesso per giustizia nell’Ordine stefaniano [XXVII, 16].

MASTIANI BRUNACCI – (19 agosto 1754). Giuseppe di Martino, uno dei Dodici governatori della Pia Casa della Misericordia. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche e presenze nell’Ordine stefaniano [XXVII, 17].

MINUTOLI – (22 settembre 1766). Avevano goduto dei maggiori onori pubblici di Pisa835 [XXVII, 18].

DA MORRONA – (30 settembre 1754). Tommaso. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche (anzianato) [XXVII, 19].

835 Avevano goduto del gonfalonierato nella repubblica di Lucca. Avevano già chiesto, senza esito, di essere ascritti alla classe del patriziato fiorentino.

MOSCA – (19 agosto 1754). Cammillo del cavaliere Onofrio. Ammissione all’Ordine stefaniano e residenze in importanti uffici pubblici836 [XXVII, 20].

836 Il comparente è uno dei Dodici governatori della Pia Casa della Misericordia e provveditore del Magistrato della grascia. Il padre del comparente era stato condannato a un confino di tre anni per aggressione a mano armata.

PALMIERI – (23 settembre 1754). Pier Lorenzo e Francesco. Godimento dei primi onori cittadini e residenze nelle maggiori magistrature pubbliche [XXVII, 21].

DA PAULE – (19 agosto 1754). Pompeo. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche e godimento dei primi onori [XXVII, 22].

POGGESI – (26 aprile 1794). Giovanni Battista e fratelli. Residenze nel priorato dal 1734, patrimonio ritenuto idoneo, matrimoni nobili, nessun esercizio di arti deroganti [LXIX, 10].

POSCHI – (4 luglio 1795). Il cavalier Lodovico e fratelli ottennero il decreto di ammissione al patriziato pisano, nonostante la deputazione avesse avanzato alcune perplessità, dopo che la famiglia aveva già ottenuto con Tiberio, il 23 settembre 1754, il riconoscimento della nobiltà[XXXI, 22]837. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche e godimento dei principali onori [LXIX, 11].

837 Famiglia originaria di Pescia. Diploma di nobiltà conferitogli da Carlo V nel 1521.

RAÚ – (30 settembre 1754). Francesco Giulio. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche

(priorato). Ammissione all’Ordine stefaniano838 [XXVII, 23].

838 Nel 1366 erano stati nominati conti palatini dall’imperatore Carlo IV.

RAÚ – (30 settembre 1754). Cavaliere Guglielmo, già ammesso all’Ordine di S. Stefano. Godimento dei primi onori pubblici della città [XXVII, 24].

RONCIONI – (1° luglio 1754). Cavaliere balì Francesco, già ammesso all’Ordine di S. Stefano per giustizia. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche (priorato) [XXVII, 25].

ROSSELMINI – (23 settembre 1754). Cavaliere Cosimo, uno dei Dodici governatori della Pia Casa della Misericordia e già ammesso per giustizia all’Ordine stefaniano [XXVII, 27].

ROSSELMINI (di via Santa Maria) – (23 settembre 1754). Cavaliere Ranieri, già ammesso nell’Ordine di

S. Stefano. Presenze nell’Ordine di Malta. Privilegi goduti in virtù della loro cittadinanza fiorentina. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche (priorato) [XXVII, 28].

ROSSELMINI – (23 settembre 1754). Arciprete Giuseppe del cavaliere Giuseppe [XXVII, 29].

ROSSERMINI – (23 settembre 1754). Niccolò di Odoardo, ciambellano e soprintendente generale delle scuderie granducali. Presenze nell’Ordine stefaniano e gerosolimitano839 [XXVII, 26].

839 Diploma di Cosimo IV con cui si dichiarava il padre del comparente, coi suoi discendenti, veri e originari cittadini fiorentini con tutti i privilegi ed onori connessi.

SANCASCIANI – (10 giugno 1754). Cavaliere Giovanni Battista, uno dei Dodici governatori della Pia Casa della Misericordia. Già ammessi all’Ordine di S. Stefano. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche (priorato)840 [XXVIII, 1].

840 Si ricordava anche un privilegio ricevuto dall’imperatore Massimiliano.

SANMARTINI – (30 settembre 1754). Tommaso. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche e godimento dei primi onori841 [XXVIII, 2].

841 Si ebbero alcuni problemi per giustificare la discendenza genealogica perché un ascendente del comparente era nato in Spagna, quindi mancava la sua fede di battesimo, né si poteva attestare al continuità delle residenze pubbliche.

SANMINIATELLI – (1° luglio 1754). Cavaliere Cosimo Andrea, già ammesso per giustizia nell’Ordine stefaniano [XXVIII, 3].

DA SCORNO – (1° luglio 1754). Alimberto. Già ammessi nell’Ordine stefaniano. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche842 [XXVIII, 4].

842 Prima carica pubblica attestata: un riseduto nel numero degli Anziani nel gennaio 1321.

DELLA SETA – (1° luglio 1754). Cavaliere priore Francesco, già ammesso all’Ordine stefaniano per giustizia. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche e godimento dei primi onori843 [XXVIII, 5].

843 Primo riseduto attestato nel 1311. Si allega anche una copia di diploma della città di Pisa dove si attestava la nobiltà della famiglia.

SILVATICI – (30 settembre 1754). Cavaliere Pietro, già ammesso all’Ordine stefaniano844 [XXVIII, 6].

844 Famiglia originaria di Napoli, ma da lungo tempo domiciliata a Pisa e ammessa a quella nobiltà. In possesso anche della cittadinanza fiorentina e dei privilegi a quella connessi. Un fratello del comparente era dimorante a Madrid al servizio del sovrano spagnolo.

DA SANTOPIETRO GUASPERI – (15 settembre 1755). Francesco. Già ammessi all’Ordine stefaniano845 [XXVIII, 7].

845 Il nome della famiglia originariamente era solo da Santopietro, ma ad iniziare da Guasparri di Francesco, vissuto nella seconda metà del XVII secolo, iniziò ad appellarsi de’ Guasparri. Dorotea Guasparri, ascendente del comparente, aveva sposato intorno al primo decennio del Settecento il cavaliere stefaniano Stefano Mendes, di nobile famiglia portoghese, ma residente in Toscana ormai dalla fine del XVI secolo. Il figlio della donna ne aveva giustificato la famiglia entrando come successore di commenda di suo padronato nell’Ordine stefaniano.

SPRONI (Sporon) – (17 gennaio 1757). Cavaliere Ferdinando, già ammesso all’Ordine stefaniano (come successore in commenda) e domestico dell’imperatore846 [XXVIII, 8].

846 Fu poi iscritto anche a Livorno [LVII, 6]. Famiglia proveniente dal Brabante e dal Tirolo, trasferitasi a Livorno intorno al 1600. Il comparente chiese grazia di essere ascritto nella classe dei patrizi pisani nonostante il suo domicilio a Livorno, e come nobile da oltre duecento anni della città di Anversa. Da parte della deputazione si avanzarono alcuni dubbi.

DEL TESTA DEL TIGNOSO – (19 agosto 1754). Capitano Alessandro. Si attestarono presenze nel numero dei Dodici governatori della Pia Casa della Misericordia, nell’Ordine di S. Stefano e il residenze nelle maggiori magistrature pubbliche847 [XXVIII, 9].

847 Primi godimenti pubblici attestati nel 1295, con residenze nell’anzianato. Il nome originario della famiglia è del Testa, mentre del Tignoso era stato assunto a seguito del testamento di Lucrezia del Tignoso, moglie di Alessandro del Testa, abavo dei comparenti.

TOMEI ALBIANI e GALEFFI – (13 aprile 1772). Giovanni Francesco Tomei Albiani, di Pietrasanta, e i

cavalieri Giovan Battista e Francesco Maria Galeffi e il tenente Cristofano Galeffi Cappelletti, di Pescia. Presenze nell’Ordine stefaniano e possesso della cittadinanza pisana. Vengono ammessi come riconosciuti discendenti della consorteria dei signori di Corvaria e Vallecchia848 [XXVIII, 10].

848 Si acclude una sentenza granducale e dei consiglieri della repubblica fiorentina del 1726 proprio relativa alla causa di nobiltà e alla parentela tra questi due casati. Come discendenti dei signori di Corvaria e Vallecchia. Si era già chiesto, senza esito, il patriziato fiorentino (e lo si chiede di nuovo nel 1772).