Libro d’Oro della Nobiltà Medicea di Pontremoli e Fivizzano

AGNINI – (14 febbraio 1782). Francesco di Ginesio. Godimento dei primi onori di Fivizzano, chiese la nobiltà di Pontremoli [LX, 1].

ANZIANI – (14 luglio 1780). Angiolo di Bernardino. Diploma di nobiltà fiorentina conseguito il 7 marzo 1773 [XVIII, 3]. Residenze nel gonfalonierato [LX, 2].

ANZIANI – (18 luglio 1785). Niccolò e Giuseppe di Matteo. Residenze nel gonfalonierato [LX, 3].

BATINI PONZÓ– (14 febbraio 1782). Carlo Antonio, avvocato. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche [LX, 4].

BENEDETTI– (14 febbraio 1782). Conte Corradino. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche1114 [LX, 5].

BERTOLINI– (29 novembre 1782). Senatore cavaliere Stefano e fratelli. Ammissione all’Ordine stefaniano per fondazione di commenda. Già ascritti alla nobiltà pisana [XXIX, 11]. Residenze nel gonfalonierato di Pontremoli [LX, 6].

 1114 Aveva chiesto di essere descritto nella classe della nobiltà pisana fin dal 1764 in virtù della sua ammissione nel corpo della guardia nobile di Firenze, perché in tale occasione aveva dovuto esibire le prove della nobiltà dei suoi quarti. La deputazione non aveva ritenuto sufficiente tale titolo, per essere stata l’istituzione della guardia nobile precedente all’entrata in vigore della legge del 1750 e da quest’ultima sostituita quanto alla descrizione dei titoli qualificanti lo stato nobile e tra questi non si prevedeva l’ammissione alla guardia nobile. Il diploma di Francesco III, duca di Modena conferente il feudo di Busnella, posto nel ducato di Reggio, e il titolo di conte era stato invece riconosciuto in Toscana nel 1764. ASFi, Deputazione, 115, cc.n.n.

BOLOGNA – (25 agosto 1781). Avvocato Niccolò. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche [LX, 8].

BOLOGNA – (25 agosto 1781). Conte Giacomo e figli1115. Residenze nel gonfalonierato [LX, 9].

1115 Diploma conferente il titolo di conte del duca di Parma.

BONAVENTURI – (14 luglio 1780). Conte Andrea1116. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche [LX, 7].

1116 Giustificò il titolo di conte con diploma reale che gli conferiva i feudi di Castellaro e Biagiolo.

CAIMI – (29 novembre 1782). Ignazio di Francesco. Si allegarono numerosi documenti attestanti la nobiltà agnatizia1117 [LX, 10].

1117 Diploma di Filippo III re di Spagna di ammissione ai primi onori di Pontremoli. Diploma di Francesco Farnese di Parma conferente il titolo di conte. Altre fedi conferite dall’Infante di Spagna don Felipe, duca di Parma, Piacenza e Guastalle.

CAIMI – (29 novembre 1782). Ferdinando di Francesco, presentò gli stessi documenti del fratello Ignazio [LX, 11].

CAIMI – (25 agosto 1781). Cesare di Giuseppe. Aveva già ottenuto diploma di nobiltà fiorentina da Pietro Leopoldo nel 1773 [XVIII, 15]. Residenze nel gonfalonierato [LX, 12].

CAIMI – (14 febbraio 1782). Maurizio di Francesco. Residenze nelle maggiori magistrature civiche1118 [LX, 13].

1118 Il comparente, nonostante esercitasse la professione notarile e fosse ascritto al Collegio dei notai di Pontremoli, risultava anche eletto tra il numero dei gonfalonieri.

CAMISANI – (17 dicembre 1779). Stefano di Giovanni Simone. Residenze nel gonfalonierato [LX, 14].

CASTELLINI – (17 dicembre 1779). Niccola. Godimento dei primi onori e residenze nel gonfalonierato di Pontremoli [LX, 15].

CASTELLINI – (14 luglio 1780). Paolo e Antonio1119. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche [LX, 16].

1119 Uno dei due comparenti esercitava la professione di medico fisico.

ZUCCHI CASTELLINI – (17 dicembre 1779). Godimento dei primi onori e del gonfalonierato a Pontremoli [LX, 17].

COPPINI – (14 luglio 1780). Angelo Francesco. Godimento dei primi onori e del gonfalonierato a Pontremoli [LX, 18].

COPPINI – (14 febbraio 1782). Carlo di Fabrizio1120. Residenze nel gonfalonierato [LX, 19].

1120 Il comparente esercitava la professione notarile ed era ascritto al Collegio dei notai di Pontremoli.

CORTESINI – (14 luglio 1780). Avvocato Ottavio. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche [LX, 20].

COSTA – (29 novembre 1782). Pietro di Niccolò. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche [LX, 21].

CURINI– (29 novembre 1782). Cavaliere Biagio e fratelli. Già ascritto al patriziato pisano [XXVI, 20]. Ammissione all’Ordine stefaniano. [LX, 22].

DAMIANI – (25 agosto 1781). Giuseppe. Residenze nelle maggiori magistrature (gonfalonierato) [LXI, 1].

DAMIANI– (25 agosto 1781). Annibale. Già ascritti alla nobiltà pisana [XXIX, 25]. Residenze nelle maggiori magistrature (gonfalonierato) di Pontremoli [LXI, 2].

DOSI – (29 novembre 1782). Marchese Francesco. Già ascritti alla nobiltà pisana[XXIX, 26]. Residenze nelle maggiori magistrature (gonfalonierato) di Pontremoli. [LXI, 3].

DOSI – (29 novembre 1782). Marchese cavaliere Niccolò1121. Ammissione all’Ordine stefaniano. Fede di nobiltà pisana. Residenze nelle maggiori magistrature (gonfalonierato) [LXI, 4].

1121 Diploma di nobiltà piacentina.

DURANTI – (14 febbraio 1782). Giovanni Battista, esercitava la professione di procuratore. Residenze nelle maggiori magistrature (gonfalonierato) [LXI, 5].

FALASCHI – (14 febbraio 1782). Giovanni Leonardo di Ascanio1122. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche [LXI, 6].

1122 Il comparente esercitava la professione notarile ed era ascritto al Collegio dei notai di Pontremoli, inoltre era stato estratto consigliere urbano, massima magistratura locale, e al gonfalonierato.

FALASCHI – (14 febbraio 1782). Carlo di Bonaventura. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche 1123[LXI, 7].

1123 Il comparente esercitava la professione notarile ed era iscritto al Collegio dei notai di Pontremoli, inoltre però era stato estratto nel numero dei gonfalonieri della città.

FERDANI – (14 luglio 1780). Antonio Maria. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche [LXI, 8].

FORMAINI – (1° settembre 1790). Bernardino e fratelli. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche1124 [LXV, 10].

1124 Dimostrò i parentadi nobili e la rispettabilità dei patrimoni. Gli antenati dei comparenti erano stati ascritti al grado di consigliere, e si dimostrò come i sindaci, maggiore magistratura pontremolese, venissero scelti fra il numero dei consiglieri.

GALLI – (25 agosto 1781). Achille e fratelli. Ottengono l’ascrizione anche al patriziato di Pisa [LXIV, 7]. Accesso alle maggiori cariche pubbliche di Pontremoli [LXI, 9].

GALLI – (17 dicembre 1779). Niccolò e Giacinto. Residenze nelle maggiori magistrature [LXI, 10].

GALLI – (9 settembre 1771). Antonio di Giovanni Battista. Avevano presentato istanza per l’ascrizione al patriziato pisano1125 [LXI, 11].

1125 Diploma di nobiltà conferito loro da Carlo V nel 1530. Si allegarono numerosi documenti.

JACOPETTI DANESI – (14 febbraio 1782). Giovanni Domenico, di Fivizzano. Residenze nelle maggiori magistrature (gonfalonierato) [LXI, 12].

MARACCHI – (8 maggio 1793). Giuseppe di Gaetano. Godimento dei primi onori cittadini [LXVIII, 16].

MARACCHI  –  (14  luglio  1780).  Aurelio  di  Lorenzo.  Residenze  nelle  maggiori  magistrature (gonfalonierato)1126 [LXI, 15].

1126 Il comparente possedeva alcune botteghe a Cremona.

MARACCHI– (17 dicembre 1779). Aurelio di Fabbrizio. Residenze nelle maggiori magistrature (gonfalonierato) [LXI, 16].

MARACCHI – (non è attestata la data del decreto di ammissione). Rosilde e sorelle, figlie di Francesco. Residenze nelle maggiori magistrature (gonfalonierato) [LXI, 17].

MARAFFI – (17 dicembre 1779). Avvocato Lodovico di Antonio. Residenze nelle maggiori magistrature (gonfalonierato)1127 [LXI, 13].

1127 Privilegio imperiale di Ferdinando III del 1542.

MARAFFI – (25 agosto 1781). Cavaliere conte Fabrizio. Residenze nelle maggiori magistrature (gonfalonierato). Ammissione all’Ordine stefaniano1128 [LXI, 13 bis].

1128 Diploma dell’imperatore Carlo VI del 1737.

MARAFFI – (25 agosto 1781). Antonio di Giovanni. Residenze nelle maggiori magistrature [LXI, 14].

MOLOSSI – (27 febbraio 1790). Lorenzo. Residenze nella maggiore magistratura cittadina (sindaco) [LXV, 13].

NEGRI – (14 luglio 1780). Cavaliere Giuseppe Maria, già ammesso all’Ordine stefaniano. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche [LXI, 18].

ORSELLI– (14 febbraio 1782). Giulio di Giuseppe, di Fivizzano. Residenze nelle maggiori magistrature e residenze nelle maggiori magistrature pubbliche1129 [LXI, 19].

1129 Il comparente esercitava la professione di notaio, pur essendo imborsato per la tratta dei gonfalonieri.

PARASACCHI – (25 agosto 1781). Carlo di Francesco. Residenze nella magistratura maggiore di Pontremoli1130 [LXII, 1].

1130 Possesso del diploma di cittadinanza di Alessandria.

PARASACCHI – (25 agosto 1781). Giulio di Ranieri. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche. Ammissione all’Ordine stefaniano [LXII, 2].

PARASACCHI – (25 agosto 1781). Antonio di Carlo. Residenze nelle maggiori magistrature cittadine1131 [LXII, 3].

1131 Fede pubblica attestante come la famiglia sia annoverata tra le nobili di Pontremoli. Diploma di nobiltà della città di Alessandria. Il capostipite del casato era stato consigliere urbano di Pontremoli nel 1495.

PAVESI – (17 dicembre 1779). Pietro di Francesco. Godimento del primo onore a Pontremoli, il sindaco fino al 1777, quando in virtù di un nuovo regolamento era stato sostituito dal gonfalonierato1132 [LXII, 4].

1132 Diploma di nobiltà piacentina concessa dal duca di Parma Francesco Farnese e diploma conferente la nobiltà pisana all’imperatore Francesco I, entrambi al proavo del comparente, Girolamo Pavesi. Lettere del Consiglio di Reggenza comprovanti l’avvenuta aggregazione alla nobiltà pisana.

PAVESI – (17 dicembre 1779). Lorenzo di Giuseppe. Presentò le stesse provanze e documentazione già allegato dall’altro ramo, quello di Pietro di Francesco Pavesi [LXII, 5].

PIZZATI – (24 luglio 1788). Stefano e fratelli. Residenze nelle prime magistrature cittadine (sindaco)1133 [LXIII, 20].

1133 Fede di residenza nelle maggiori magistrature di Pontremoli, cioè ascrizione al Consiglio Urbano, dal 1495. Presenza nell’Ordine stefaniano della famiglia di una ascendente unita in matrimonio con questo casato. Si attestano numerose monacazioni di ragazze.

QUERNI – (28 luglio 1794). Francesco e lo zio Domenico, suo tutore, di Fivizzano. In possesso della croce stefaniana da oltre 80 anni ed investiti della commenda Stradella per i servizi resi a bordo delle galere dell’Ordine [LXIX, 12].

REGHINI – (29 novembre 1782). Andrea di Cesare. Godimento del primo onore del sindacato a Pontremoli [LXII, 6].

REGHINI– (29 novembre 1782). Leonardo del cavalier Cristoforo. Residenza nel primo onore cittadino [LXII, 7].

RICCI– (25 agosto 1781). Antonio Maria e figli. Diploma di ammissione alla nobiltà fiorentina in virtù di motuproprio di Pietro Leopoldo [XXI, 2]. Residenza nel primo onore del gonfalonierato [LXII, 8].

RICCI – (25 agosto 1781). Livia di Ottavio. Residenze nelle maggiori magistrature pubbliche di Pontremoli [LXII, 9].

RIGHINI COSTA – (29 novembre 1782). Maurizio di Carlo. Residenze nella prima magistratura pubblica. Ammissione all’Ordine stefaniano1134 [LXII, 10].

1134 L’ammissione all’Ordine gerosolimitano e quella alla nobiltà milanese non poterono essere dimostrate per un incendio avvenuto nell’archivio pontremolese che aveva distrutto i documenti.

ROSSI – (14 febbraio 1782). Giovanni Antonio di Stefano. Famiglia di Fivizzano. Residenze nelle maggiori magistrature [LXII, 11].

SARTESCHI – (14 febbraio 1782). Giovanni Francesco, avvocato, e Carlo. Famiglia di Fivizzano [LXII, 12].

SIMONACCI MASTRIGNANI – (25 agosto 1781). Conte Carlo e fratelli. Diploma di concessione del feudo di Pontone, nel ducato di Reggio, concesso dal duca di Modena Francesco III nel 1756 e conferma del titolo dal granduca Francesco Stefano. Residenze nel gonfalonierato cittadino [LXII, 13].

TANCREDINI – (29 novembre 1782). Conte Giovanni Rolando. Si prova l’antica nobiltà magnatizia in virtù di numerosi titoli1135. Residenze nel gonfalonierato [LXII, 14].

1135 Si allega lo strumento del 4 novembre 1620 con cui Guglielmo Malaspina, marchese di Tregiana conte del palazzo lateranense, con facoltà conferitagli da diploma imperiale di Massimiliano II nel 1571 di creare notai, legittimare bastardi, e di concedere due insegne d’armi all’anno a persone oneste, degne e benemerite verso il Sacro Romano Impero e la casa d’Austria, concesse a Sforza Tancredini l’arme quartata per sé e i suoi discendenti. Diploma di conte palatino conferito dall’imperatore Federico III, documento che la deputazione stentò a riconoscere come valido, tanto che si allegarono perplessità sulla possibilità del mantenimento del titolo. Godimento della cittadinanza di Firenze e Siena.

TROMBETTI AGOSTINI – (14 febbraio 1782). Giovanni Battista. Originari di Fivizzano, dove avevano goduto dei primi onori1136 [LXII, 15].

1136 In possesso della cittadinanza di Sarzana.

VENTURINI – (17 dicembre 1779). Cavaliere Giovanni Battista del cavalier Giuseppe. Fede di nobiltà di Pisa. Residenze nelle maggiori magistrature. Ammissione all’Ordine stefaniano [LXII, 16].

VENTURINI – (17 dicembre 1779). Cavaliere Niccolò del cavaliere Marzio. Ammissione all’Ordine stefaniano. Fede di nobiltà pisana. Residenze nelle maggiori magistrature [LXII, 17].

UGGERI – (14 luglio 1780). Giulio Antonio. Residenze nelle maggiori magistrature1137 [LXII, 18].

1137 La famiglia risultava insediata a Pontremoli da tempi immemorabili. Il comparente risultava uno dei componenti del Collegio di Pontremoli, così come il padre e l’avo.

ZAMBECCARI – (29 novembre 1782). Agata di Ranuzio, vedova Cortesini. Residenze nella maggiori magistrature [LXII, 19].

ZAGRANDI – (17 dicembre 1779). Giovanni Battista. Residenze nelle maggiori magistrature, anche se l’incendio avvenuto negli archivi della città non rendeva possibile comprovare l’avvenuto godimento della completa ascendenza del comparente1138 [LXII, 20].

1138 Si allegò il certificato di acquisto di un palchetto del teatro di Pontremoli. Si allegò motuproprio del 1746 di papa Benedetto XIV con cui il pontefice dichiarava nobili i conclavisti di quell’anno e i loro eredi, nell’elenco dei quali compariva un avo di Giovanni Battista.

ZUCCHI – (14 luglio 1780). Marc’Antonio di Niccola. Residenze nelle maggiori magistrature cittadine1139 [LXII, 21].

1139 Le residenze nella maggiore magistratura cittadina che la famiglia attestava risultarono solo a partire dal 1734, per ciò il Martelli ritenne che il processo di ammissione dovesse rimanere sospeso per cinque anni in modo da far compiere il cinquantennio previsto. Un altro dei membri della commissione addetta all’esame dei documenti, Alberti, sostenne invece che l’elezione del 1734 non escludesse la possibilità, o meglio l’idoneità dell’eletto, di esserlo già cinque anni prima, ritenendo perciò la famiglia ammissibile senza dover attendere ancora.